Il cantautore Francesco Baccini è stato ospite della trasmissione “La chiamano estate”, condotta da Annalisa Colavito su Cusano Italia Tv, per parlare di musica e anche di televisione.

Francesco Baccini: “Ho rifiutato proposte di reality”

Baccini ha partecipato al reality show “Music farm” nel 2005, ma non ha alcuna intenzione di ripetere un’esperienza simile, nonostante glielo abbiano chiesto più volte.

Ho ricevuto tantissime richieste per fare un altro reality -ha affermato Baccini-. Se ne farei un altro? Non ci penso neanche, uno basta e avanza per tutta la vita. Anche perché quando ho accettato di fare “Music farm” non avevo ben capito di cosa si trattasse, pensavo fosse una roba più musicale, invece mi sono ritrovato dentro un incubo. Soltanto stando là dentro si può capire davvero cosa succede, da fuori non si ha la stessa impressione.

Una convivenza coatta con altre dieci persone in un posto chiuso non è adatta per uno che è abituato a vivere da solo in una casa in campagna, con tre cani e quattro oche. Mi sono reso conto una volta entrato a cosa andavo incontro. Quando sei lì dentro, sei completamente isolato dal mondo, non è così semplice. E’ come se vai in barca con una persona che conosci anche bene, dopo 10 giorni rischi che l’amicizia finisca perché dividi uno spazio piccolo e sei costretto a star lì dentro.

Continuano a propormi cose di questo tipo, ma io rifiuto perché non fa parte del mio modo di fare l’artista. Io faccio il musicista, faccio i dischi, i concerti, è questo che mi interessa. Se i reality sono finti? A “Music farm” per me era tutto vero, l’ho vissuto in una maniera molto brutta. Ho un ricordo di quella trasmissione molto vago perché ormai l’ho cancellato, ma non ho nulla da salvare di quell’esperienza. E’ come se mi mettessero in carcere per un mese”.

L’industria musicale oggi

Parlando di musica, Baccini ha sottolineato le differenze tra l’industria di oggi e quella dei suoi esordi:

“L’industria della musica oggi punta sull’usa e getta. E’ un po’ cambiata negli anni. Quando ho iniziato io, una casa discografica puntava su un artista, facevi un contratto per 5 album e lavoravano su di te per un po’ di tempo. Oggi invece si cerca di fare il colpaccio, ma ormai con i numeri che ci sono i colpacci non si fanno più. L’artista non lo inventi dall’oggi al domani, c’è bisogno della cosiddetta gavetta. Perché poi quando sali su un palco e non ci sei mai stato prima vedi che è difficile.

C’è un percorso da fare. Dipende da quello che vuoi fare nella tua vita, io non sono un centometrista, sono un maratoneta. Questi talent che continuano a sfornare e a illudere migliaia di ragazzi ti fanno diventare famosissimo subito, ma ti bruciano anche in fretta perché l’anno successivo c’è un’altra edizione e quelli dell’anno prima sono vecchi. In tanti anni di talent sono veramente pochi quelli che sono rimasti sul serio”.

L’utilizzo dell’auto-tune

Oggi molti artisti, soprattutto del genere trap, utilizzano l’auto-tune, software per la manipolazione dell’audio.

“L’auto-tune è un effetto. La prima ad usarlo fu Cher. La tecnologia dipende da come la usi. Se usi l’auto-tune come scorciatoia perché sei stonato allora è un disastro perché alla lunga l’inganno viene fuori. Non è così semplice scrivere canzoni che rimangano nel tempo, puoi fare il pezzettino che dura questa estate e poi non la sentirai mai più. Oggi ci sono artisti bravi, alcuni hanno successo, altri magari meno perché sono indipendenti, che in America è considerato un vanto invece in Italia sei considerato uno sfigato, come accade per il cinema”.

Il Festival di Sanremo

Per quanto riguarda il Festival di Sanremo, Baccini ha dichiarato:

“Sanremo è rimasto l’unico appuntamento televisivo musicale che seguono tutti, anche quelli a cui non piace. E’ un momento di costume. E’ un po’ come quando ci sono i mondiali, che tutti diventano appassionati di calcio, anche se non hanno visto una partita di campionato. Per Sanremo è la stessa cosa, in quei 7 giorni gli italiani si mettono a sentire le canzoni e diventano tutti esperti di musica. Quando ho iniziato io, potevi anche non andare a Sanremo e diventare famoso, anche perché c’era il Festivalbar che non era una gara, era una rassegna di canzoni che erano la colonna sonora dell’estate.

Oggi c’è rimasto soltanto il Festival. Tu sai che se il tuo pezzo va a Sanremo, il pubblico anche se non vuole lo conosce. E’ rimasta l’unica vetrina musicale in Italia. Poi ovviamente Sanremo non è solo musica, ma anche gossip, però se hai un pezzo valido e lo porti a Sanremo è un amplificatore. Il problema di chi fa musica oggi è riuscire a far sentire la propria musica, il pubblico è abbastanza distratto, abitudinario e pigro, non è che va a cercarsi le cose nonostante le tante possibilità che dà internet”.

Le accuse di sessismo per “Le donne di Modena” e il politicamente corretto

Nel 2022, durante una serata a Sondrio, dove doveva ricevere un premio, Baccini introdusse la sua canzone “Le donne di Modena” affermando: “Oggi forse avrei qualche problema a pubblicare un pezzo del genere perché potrei essere accusato di sessismo”. Tale frase scatenò la reazione di una donna del pubblico che lo contestò.

Il cantautore su Cusano Italia Tv ha ricordato così l’episodio: “Innanzitutto quella è una canzone ironica, è la presa in giro del tipo maschio italiano che fa il galletto, ma poi alla fine è soltanto nella sua testa. Quindi non puoi estrapolare una frase e dargli un altro significato: l’ironia è un linguaggio ben preciso. Oggi col politicamente corretto quasi non puoi più parlare perché qualsiasi cosa dici non va bene. Non vorrei essere un comico, perché oggi chi fa il comico ha dei grossi problemi anche a fare una battuta”.