Papa Francesco torna ad auspicare nuove regole sulla gestione della tecnologia. Il Pontefice ne ha discusso in un messaggio recapitato alla direttrice generale dell’Unesco Audrey Azoulay. A fare da tramite il Segretario di Stato della Santa Sede, il cardinale Pietro Parolin.

Tra le sue osservazioni, Bergoglio auspica soluzioni per “prevenire una tecnologia mal gestita, fuori controllo e addirittura dannosa per la persona”. Un simile quadro apre alla necessità che “le politiche e le leggi volte a favorire l’acquisizione di competenze digitali non trascurino la più ampia riflessione etica sull’uso degli algoritmi“.

Le nuove tecnologie, in tale ottica, andrebbero orientate “verso un percorso responsabile e umano”.

Il messaggio del Papa ricade in modo non casuale, in occasione della Giornata Internazionale dell’Alfabetizzazione che si celebra oggi, venerdì 8 settembre. Un concetto, quello di alfabetizzazione, che oggi più che mai racchiude in sé anche l’aspetto digitale.

Nuove regole sull’uso della tecnologia, Papa Francesco: “Rischio che i dispositivi decidano il valore della vita umana”

Proprio la rivoluzione digitale, che porta con sé e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale, porta ad un’espansione del “nostro accesso alle informazioni” e della “capacità di connetterci gli uni con gli altri oltre lo spazio fisico”.

Una condizione che, però, rischia di creare un ampio “divario digitale“.

Milioni di persone rimangono ai margini perché private dell’accesso non solo ai beni essenziali ma anche alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Francesco parla di vere e proprie “autostrade digitali“, nei quali molti “sono feriti dalla divisione e dall’odio”.

A ciò si aggiunge il grave rischio di consegnare la vita umana alla logica dei dispositivi che ne decidono il valore.

Pur sottolineandone l’importanza, il Santo Padre ha più volte ribadito la propria diffidenza nei confronti dei nuovi strumenti. In un Angelus di qualche mese fa aveva invitato i genitori a “non lasciare i figli preda del cellulare, che rischia di “rendere il loro avvenire sterile”.

Un messaggio ribadito anche in occasione del suo impegno nella Giornata mondiale della gioventù, tenutasi il mese scorso a Lisbona.