Valentino Rossi ha ufficialmente ricevuto le chiavi della città di Tavullia. Il suo legame con la cittadina della provincia di Pesaro e Urbino è ormai indissolubile. Era già chiaro durante il suo trascorso leggendario in MotoGP quando, spesso e volentieri, tornava alla base per trascorrere le sue giornate. Nella cerimonia andata in scena ieri, erano presenti anche il ministro dello Sport Andrea Abodi, il presidente del Coni Giovanni Malagò e Jorge Viegas della Federazione internazionale di motociclismo. Ovviamente, insieme a migliaia di sostenitori di Valentino, il quale – per l’occasione – ha preso il microfono per ringraziare tutti i presenti e snocciolare alcune situazioni.
Chiavi della città di Tavullia a Valentino Rossi, le sue parole: “Qui ho conosciuto i miei amici”
Il nove volte campione del mondo ha commentato in questa maniera il prestigioso onore, ricordando il perché è così legato al paese:
Io nasco a Urbino, il primo anno abbiamo abitato a Pesaro, poi siamo venuti qui da Graziano. Poi abitavo in una casa in centro a Tavullia e sono cresciuto qui. All’asilo ho conosciuto tutti i miei amici, che ci sono ancora. Nico è il mio amico più critico, più “bastardo”. Anche Uccio mi smazzolava quando perdevamo, si arrabbiava più di me… Ho abitato anche 7 anni a Londra, ma Tavullia mi mancava moltissimo. Qui c’è la sensazione di essere a casa.
Quindi, c’è stata anche una parentesi per commentare l’incidente subito da Pecco Bagnaia lo scorso weekend di gara:
Bagnaia? Che paura! Io gli ho detto che è stato bravissimo a non farsi niente.
Detto questo, il Dottore ha ricordato anche la sua vittoria più bella durante la sua lunga e clamorosa carriera, insieme al momento in cui ha deciso di ritirarsi ufficialmente:
La vittoria più bella e importante è stata quella di Welkom 2004, perché non ce l’aspettavamo. A livello di adrenalina, quella di Barcellona contro Lorenzo all’ultima curva dell’ultimo giro… Poi a Laguna con Stoner, direi queste tre. Il ritiro? Lì è stata una grande idea: l’ho fatto perché vincevo meno e poi cominciavo a diventare grande. Ormai era tempo di lasciare perdere le cose più divertenti, ne avevo già fatte tante.
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