Sarebbe stata vittima di una vera e propria trappola la donna uccisa dall’ex compagno tra Mazara e Marsala, in provincia di Trapani: il killer l’avrebbe attirata a sé con la scusa di “prendere la bambina” ma avrebbe trovato poi proprio qui la morte Marisa Leo. Questo è quanto emerge dalle prime ricostruzioni all’ennesimo caso di femminicidio che ha stravolto l’Italia.

Morte Marisa Leo: la trappola di Reina

Si continua a parlare della tragica morte di Marisa Leo, 39enne siciliana responsabile marketing e comunicazione della cantina Colomba Bianca a Mazara del Vallo, nonché mamma di una piccola bambina di 4 anni. A togliere la vita è stato il suo ex compagno, Angelo Reina, 42 anni, di professione imprenditore.

Secondo le prime analisi, l’uomo avrebbe attirato la donna nelle campagne di contrada Ferla, nella sua azienda di famiglia, chiedendo non di incontrarla (come inizialmente emerso) ma di andare a recuperare la loro figlia. La bimba, a dire del 42enne, si trovava proprio lì. Ma questa non era la verità.

Oggi emerge la notizia che Angelo avrebbe chiamato la sua ex Marisa dicendole appunto di recarsi nell’azienda intorno alle 17.30. Poi avrebbe riattaccato. La donna, con ogni probabilità, non aveva capito che però si trattava di una trappola. Così, qualche ora dopo quella telefonata, si è presentata all’appuntamento, senza sapere che cosa le sarebbe successo.

A riportare tale versione è il giornale La Repubblica, che parla di un possibile omicidio pianificato nei dettagli. Solo una volta arrivata nel vivaio di contrada Farla, Marisa Leo si sarebbe resa conto che la figlia non c’era. Reina infatti l’aveva lasciata poco tempo prima dalla sua bisnonna. A quell’appuntamento alle 17.30 si è presentato lui, con una pistola in mano.

Non è chiaro se tra i due, prima del delitto, ci sia stata o meno una discussione. Non sappiamo che cosa si sono detti e se si sono detti qualcosa prima di trovare la morte entrambi. Quello che è certo, per il momento, è che l’uomo ha sparato tre colpi di carabina calibro 22 all’addome della donna, che è deceduta sul colpo.

Circa due ore dopo aver ucciso Marisa, Angelo si è tolto la vita su un viadotto dell’autostrada tra Alcamo e Castellammare. Il 42enne è sceso dalla sua Porsche Cayenne, si è puntato un fucile in bocca e ha sparato. Un camionista che passava di lì ha assistito alla scena.

L’ossessione dell’uomo, le denunce e le speranze

La relazione tra Marisa Leo e Angelo Reina era terminata da ormai diverso tempo. Dopo la diffusione della morte della donna e del successivo suicidio del suo ex compagno, un investigatore privato si è presentato presso la questura di Napoli. Egli ha raccontato di essere stato assunto in passato da Reina per seguire la donna.

Angelo voleva scoprire se l’ex compagna avesse un’altra relazione sentimentale. Ma non è tutto. Lui stesso pedinava Marisa da anni, tanto che lei lo aveva denunciato tre anni fa per stalking e per violazioni degli obblighi di assistenza familiare.

Nel 2020 la donna aveva rivelato di essere vittima di minacce, aggressioni in strada, pedinamenti e controlli da parte di Reina, ex compagno e padre della bambina. A maggio dell’anno scorso però poi era tornata in Aula e aveva ritirato la querela. Il motivo? Forse voleva dare un’altra possibilità al papà di sua figlia.

Il giudice civile aveva disposto così, dopo la chiusura del processo, l’affidamento congiunto della piccola. Da qualche mese lei passava il fine settimana proprio con il padre. Dall’altra parte però, pare che Marisa Leo non fosse mai veramente serena quando sapeva che la bambina era con lui.

Un omicidio premeditato?

Mentre i vicini di casa dell’uomo che ha ucciso l’ex compagna e poi si è tolto la vita rivelano che sembrava essere “una persona tranquilla”, dall’altra gli investigatori stanno seguendo una pista ben precisa: quella dell’omicidio premeditato.

L’ipotesi non è da escludere alla luce di due fattori. Il primo è legato proprio alle denunce presentate dalla donna nel 2020 nei confronti dell’uomo. Il secondo invece è legato alla trappola di cui parlavamo all’inizio. Sono in corso ulteriori analisi accertamenti per cercare di fare luce su questo caso di femminicidio, anche se il quadro sembra ormai piuttosto chiaro.