Immaginiamo un territorio italiano frazionato tra il suggestivo Vesuvio e un colosso vulcanico meno noto, ma altrettanto affascinante. Ecco i Campi Flegrei, l’area situata a nord-ovest di Napoli dove sorge il solo supervulcano d’Europa, con una storia profonda e suggestiva, che sale spesso all’onore delle cronache per l’intensa attività sismica che la caratterizza.

Il Supervulcano dei Campi Flegrei: origini e geografia

Derivando dal termine greco che indica “campi ardenti“, la denominazione dei Campi Flegrei ci offre un primo indizio sulla loro natura affascinante. Questo territorio vulcanico, contraddistinto da fenomeni geotermici come fumarole, racchiude una storia che risale a migliaia di anni fa.

Contrariamente al profilo imponente del Vesuvio, i Campi Flegrei non sono dominati da una sola montagna vulcanica. Al contrario, presentano una caldera: una depressione formata dal collasso di un vasto serbatoio magmatico dopo potenti eruzioni passate. Questa conformazione ha dato luogo, nel corso dei millenni, a diversi fenomeni vulcanici che hanno creato piccole aperture eruttive, alcune delle quali sono diventate laghi.

Con un’estensione di circa 180-200 km2, i Campi Flegrei si snodano nella zona del golfo di Pozzuoli. Questa regione, densamente popolata, comprende varie città come Bacoli, Pozzuoli e parte di Napoli, e si arricchisce di testimonianze storiche della Magna Grecia e dell’epoca romana.

La storia vulcanica dei Campi Flegrei

La cronaca vulcanica dell’area ha inizio circa 60-80 mila anni fa. Le eruzioni che ne derivarono formarono la caldera che possiamo osservare oggi, con un’impressionante ampiezza di 12 km.

Tra gli episodi eruttivi più significativi, l’Ignimbrite Campana si distingue come l’eruzione più potente dell’area mediterranea negli ultimi 200 mila anni. Circa 39 mila anni fa, questa eruzione immensa liberò 150 km3 di magma, modellando radicalmente il paesaggio campano. Un altro evento notevole è stato quello del Tufo Giallo Napoletano, circa 15 mila anni fa, che ha riscritto la geografia dei Campi Flegrei.

Molte delle eruzioni successive hanno influenzato principalmente le aree periferiche dei Campi Flegrei, sia sulla terraferma che sul fondo marino del Golfo di Napoli. Queste eruzioni hanno contribuito a plasmare l’aspetto attuale della caldera, dando vita al paesaggio che possiamo ammirare oggi.

A ogni modo, entrando più nello specifico, negli ultimi 15 mila anni di storia, possiamo distinguere tre principali periodi di esplosività:

  • 15.000 – 9.500 anni fa: periodo che ha visto ben 34 eruzioni, con una media di un’esplosione ogni 70 anni.
  • 8.600 – 8.200 anni fa: periodo di maggiore quiete con soltanto 6 eruzioni, mediamente una ogni 60 anni.
  • 4.800 – 3.800 anni fa: questa fase ha sperimentato 20 eruzioni, con una cadenza di un’esplosione ogni 50 anni.

Questi cicli di attività sono intervallati da momenti di pausa, in cui il vulcano ha mostrato segni di inattività.

Supervulcano dei Campi Flegrei: come convivere con un gigante dormiente

Gli abitanti dell’area, specialmente quelli di Pozzuoli, hanno sviluppato una relazione particolare con il vulcano. Il bradisismo, o “respiro vulcanico“, manifesta cicli di sollevamento e abbassamento del terreno dovuti alla risalita dei fluidi magmatici. Nonostante la minaccia potenziale di un gigante vulcanico, gli abitanti dei Campi Flegrei hanno trovato un modo di convivere e prosperare in armonia con la terra.

Le colonne del Tempio di Serapide a Pozzuoli, per esempio, rivelano segni di questo fenomeno. Queste strutture archeologiche mostrano cicatrici lasciate dalla fauna marina, suggerendo cambiamenti nel livello del mare nel corso dei secoli. Tuttavia, è il suolo stesso che si muove e non il mare.

L’Osservatorio Vesuviano, attraverso avanzati sistemi di monitoraggio, traccia questi movimenti, particolarmente attento alle fasi ascendenti che possono portare a terremoti. La memoria storica di questa regione ricorda vivamente gli eventi degli anni ’70 e ’80, quando intense crisi bradisismiche causarono notevoli sollevamenti del terreno.

Prossima eruzione dei Campi Flegrei: quando sarà

I Campi Flegrei sono considerati uno dei vulcani più pericolosi del globo. Nonostante le difficoltà nella previsione, gli esperti suggeriscono che un’eventuale eruzione avrebbe certamente caratteristiche esplosive, minacciando aree circostanti con lanci di materiale vulcanico e flussi piroclastici.

Un aspetto peculiare dei Campi Flegrei è la presenza di molteplici bocche eruttive potenziali, rendendo ancora più complesse le previsioni. In un contesto così volatile, la città di Napoli potrebbe essere particolarmente a rischio, data la sua posizione geografica.

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Campi Flegrei: l’unico supervulcano in Europa, ma attenzione al Marsili

I Campi Flegrei, situati vicino a Napoli, sono l’unico supervulcano in Europa e uno dei circa 20 supervulcani nel mondo. Questi giganti geologici sono noti per le loro eruzioni massicce, molto più potenti di quelle dei vulcani standard. Le ultime mega-eruzioni dei Campi Flegrei si sono verificate 40.000 e 15.000 anni fa, creando impatti climatici globali. Attualmente, i Campi Flegrei sono in uno stato di quiescenza, ma vengono monitorati costantemente per garantire la sicurezza, a causa della loro potenziale minaccia. Altri supervulcani noti sono Yellowstone e Long Valley Caldera negli Stati Uniti, Lago Taupō in Nuova Zelanda, Lago Toba in Indonesia e La Pacana in Cile.

Il Marsili, il più grande vulcano sommerso d’Europa nel Mar Tirreno, è un altro sito di interesse. Nonostante le preoccupazioni, le eruzioni di questi supervulcani sono molto rare, ma è essenziale monitorare le loro attività a causa del potenziale impatto globale di una loro eruzione.