Il ddl affitti brevi parla chiaro: nella bozza in circolazione tra gli ambienti di Palazzo Chigi sono elencate una serie di nuove regole e nuove restrizioni sul tema. Come già successo in altre parti del mondo, anche il Governo italiano si prepara così a varare una nuova normativa per regolare, a livello nazionale, i viaggi e i pernottamenti in strutture affittate da soggetti privati attraverso piattaforme digitali.
Ddl affitti brevi, stretta in arrivo?
L’ultima città nel mondo che ha preso provvedimenti per limitare gli affitti brevi è stata New York. La Grande Mela ha introdotto una legge rivolta a coloro che intendono affittare un appartamento a turisti per poco tempo. Una legge di cui si è discusso e parlato per anni, ma che è entrata in vigore solamente nei primi giorni di settembre 2023.
Con tale norma, in primo luogo i proprietari della casa devono inoltrare richiesta all’ufficio del sindaco e attestare la conformità dell’immobile ai regolamenti vigenti. In secondo luogo non possono affittare per durate inferiori a 30 giorni senza essere fisicamente presenti per la durata del soggiorno nella struttura.
Come New York, anche altre città europee del calibro di Barcellona e Amsterdam hanno in vigore delle leggi che introducono regole restrizioni proprio sugli affitti brevi. E anche l’Italia sembra voler andare in questa direzione. Sta infatti per arrivare la stretta, in linea con quanto accadde in altre parti del mondo.
La ministra del Turismo Daniela Santanchè ha pubblicato un post su Facebook nel quale ha annunciato di aver fornito ai soggetti interessati il testo della proposta normativa. La politica ha ricordato che in Italia da molti anni si attende un intervento in questo senso.
Abbiamo dato ai soggetti interessati il testo della nostra proposta normativa al fine di formulare soluzioni efficaci ed efficienti che possano essere altamente condivise. Sono molti anni che si aspettava un intervento specifico sugli affitti brevi e mi sembra che nessuno, prima di noi, né la sinistra che è stata per 10 anni al governo, né quei sindaci che oggi chiedono interventi urgenti, abbia mai voluto affrontare una questione riguardante un tema così complesso e spinoso.
Così, la ministra del Lavoro ha annunciato che il governo ha finalmente affrontato la situazione, avviando confronti e discussioni. La questione è diventata infatti prioritaria. Sempre nel post pubblicato su Facebook da Daniela Santanchè si legge:
Abbiamo affrontato la situazione degli affitti brevi in tempi non sospetti avviando, già mesi fa, tavoli di confronto con associazioni di categoria e degli inquilini, con le regioni ed i sindaci delle città metropolitane, per arrivare ad una proposta il più possibile condivisa.
Infine ha concluso:
Senza dubbio in tempi rapidi abbiamo messo la questione tra le priorità da affrontare nel settore del turismo.
La bozza
Ma cosa prevede allora la bozza del ddl? Secondo quanto riferito dall’agenzia Adnkronos, che ha avuto la possibilità di visionare il testo sulla “Disciplina delle locazioni di immobili ad uso abitativo per finalità turistiche”, le prime nuove regole riguardano gli edifici nei centri storici nei comuni capoluoghi di città metropolitane (come Milano, Roma, Napoli, Venezia, Bologna e via dicendo).
Nella bozza si leggerebbe che in tali zone gli affitti brevi non potranno avere una durata inferiore a due notti consecutive. Per chi non rispetta tale vincolo temporale potrebbero esserci multe fino a 5mila euro.
Nel documento che circola a Palazzo Chigi ci sarebbe inoltre scritto che è possibile affittare un appartamento per finalità turistiche solo se l’immobile è ubicato in un luogo diverso da quello di residenza del proprietario. Inoltre il contratto di locazione potrebbe essere stipulato direttamente solo da colui che detiene la proprietà legittimamente o tramite intermediari immobiliari.
La bozza prevederebbe anche un Codice identificativo nazionale per gli affitti brevi. Adnkronos riporta:
Al fine di assicurare la tutela della concorrenza, della sicurezza del territorio e per contrastare forme irregolari di ospitalità, il Ministero del turismo assegna, tramite apposita procedura automatizzata, un codice identificativo nazionale – Cin ad ogni unità immobiliare ad uso abitativo oggetto di locazione per finalità turistiche. Chiunque concede in locazione un immobile ad uso abitativo per finalità turistiche privo di Cin è punito con la sanzione pecuniaria da 800 euro a 8.000 euro.
Un’ulteriore stretta potrebbe riguardare il numero di appartamenti. Nella bozza pare che si parli di massimo due abitazioni da affittare per breve tempo per finalità turistiche. Ma come mai c’è questo limite di due? Perchè sopra tale tetto si pensa che l’attività venga svolta in forma imprenditoriale.
Infine le ultime regole riguardano la tassa di soggiorno e le norme per la prevenzione antincendio. Per quanto riguarda la prima, si estende l’obbligo di riscuoterla
anche ai soggetti esercenti attività di intermediazione immobiliare e di gestione di portali telematici qualora abbiano incassato il canone o il corrispettivo, ovvero siano intervenuti nel pagamento dei predetti canoni o corrispettivi, in relazione ai contratti di locazione per finalità turistiche di cui alla presente legge nonché ai contratti di albergo, alloggio, o comunque diversamente denominati, conclusi con le strutture ricettive alberghiere ed extra alberghiere.
Per quanto riguarda invece le regole per la prevenzione degli incendi, nella bozza di legge:
È vietato concedere in locazione unità immobiliari ad uso abitativo per finalità turistiche prive dei requisiti igienico-sanitari e di sicurezza degli impianti, stabiliti dalla normativa vigente, pena l’applicazione delle sanzioni ivi previste.