Roma, la parole di Paulo Dybala su José Mourinho. Mesi intensi, quelli vissuti dalla Joya nell’ultimo anno. Dall’addio alla Juventus al passaggio in giallorosso, sino alla vittoria del Mondiale con l’Argentina di Scaloni: un vortice di emozioni e sensazioni, corredate da infortuni che ne hanno anche condizionato l’ultima stagione. In un’intervista rilasciata al programma “Llave a la Eternitad”, l’attaccante argentino ha ripercorso i mesi che hanno anticipato il Mondiale. Proprio sull’infortunio Dybala è tornato sulla gara contro il Torino del novembre 2022 e sulla richiesta fatta a Mourinho: “All’inizio non era chiara la gravità, quando ho fatto gli esami e i medici mi hanno comunicato l’entità dell’infortunio mi è caduto il mondo addosso. È stato un momento duro. Il dottore mi ha detto che la lesione era al limite e lì ho capito che avevo ancora una possibilità. Mi sono detto che dovevo lavorare tranquillo, fisicamente e mentalmente. I dottori mi hanno aiutato tantissimo e i risultati sono pian piano arrivati”.

Dalla paura al ritorno in campo, per dimostrare al ct Scaloni che la Joya voleva essere protagonista anche nell’ultimo Mondiale invernale in Qatar: “Poi è arrivata la settimana della sfida contro il Torinoaggiunge Dybala -. Io mi sentivo bene, già mi stavo allenando con la squadra e quindi ho detto a Mourinho: “Devi farmi entrare, devi farmi entrare”. “Sì, ho capito che vuoi giocare”, la sua risposta. Per me dipendeva tutto da quella partita, dovevano vedere che stavo bene. La lista dei convocati era uscita qualche giorno prima di Roma-Torino, Mourinho mi ha chiesto quanto volevo giocare e io ho risposto “20-30 minuti”. Stavamo perdendo e lui mi ha comunque fatto giocare 30 minuti. Ho giocato e mi sono sentito bene“.

Da Mourino al Mondiale, gli ultimi mesi di Dybala

Da Mourinho al Mondiale, gli ultimi mesi di Dybala. Il ricordo del successo in Qatar è un frame continuo nella testa e nel cuore dell’argentino. Nella lotteria ai rigori contro la Francia, c’è anche il suo contributo: “Sono stato molto freddo dal dischetto, quando la palla è entrata ho perso 10 kg dalla tensione. Appena ho visto la palla entrare in rete mi sono girato a guardare e a festeggiare con la mia famiglia che era in tribuna. Il primo che ho abbracciato dopo il rigore è stato Messi, poi dopo il rigore di Montiel hanno iniziato a correre tutti da una parte e dall’altra, abbiamo esultato tutti insieme, è stato un momento indimenticabile“.

Paulo Dybala ripercorre le tappe del suo primo trasferimento in Italia. Dall’Argentina al Palermo, un cambiamento radicale che gli ha schiuso le porte del successo: “Quando ho comunicato alla mia famiglia che volevo venire in Italia, ovviamente mi hanno sostenuto. Sapevano che era un grande cambiamento, ma il calcio ha queste cose. Mia madre ha detto “vengo con te”. All’età di 16/17 anni, quando è arrivato Darío Franco all’Instituto, è stato lui a notarmi e a farmi allenare con la prima squadra. Ero ancora al liceo e, naturalmente, mia madre e mio padre pensavano che la scuola fosse la priorità. Vivevo nell’ostello, spesso saltavo la scuola a causa degli orari degli allenamenti, e mia madre non approvava questa scelta, mi rimproverava. Fortunatamente, tutto è andato per il meglio. Altrimenti, penso che sarebbe rimasta molto arrabbiata“.