Birmingham, conosciuta come la seconda città più grande dell’Inghilterra, sta attraversando momenti difficili sul fronte finanziario. Nonostante sia sede di quasi 3 milioni di abitanti e rappresenti uno dei fulcri economici del Paese, la città si trova di fronte a una tempesta perfetta di problemi economici. Birmingham è in bancarotta, abbiamo letto da più parti negli ultimi giorni, ma cosa significa esattamente?

Birmingham è in bancarotta: un passo dal fallimento

L’amministrazione comunale di Birmingham ha riconosciuto di non poter onorare i propri debiti. Sebbene la legislazione britannica preveda che gli enti locali non possano dichiarare fallimento nello stesso modo delle aziende, l’ente locale ha attivato la Section 114. Questa mossa implica un immediato stop a nuovi impegni di spesa e costringe alla definizione di un piano finanziario d’emergenza nel giro di tre settimane. Di conseguenza, tutti i servizi che generano nuovi costi verranno congelati, tranne quelli essenziali come l’assistenza alle persone vulnerabili e i servizi legali.

Quali prospettive per Birmingham?

Le decisioni che potrebbero attendere la città andrebbero a manifestarsi attraverso riduzioni nel mantenimento delle infrastrutture, supporto ai programmi culturali e manutenzione degli spazi pubblici. Ancora più preoccupante, potrebbe esserci una riconsiderazione dell’apporto economico destinato ai Campionati Europei di Atletica Leggera 2026, previsti nello storico stadio Alexander, un gioiello alle porte di Birmingham.

L’opzione di incrementare le tasse non è semplice. Sebbene sia possibile aumentare le imposte locali per aumentare le entrate, ogni incremento necessita dell’approvazione del governo centrale. Il tetto di aumento è stato fissato tra il 2% e il 5%, con il 2023/24 che ha un limite al 5% per comuni con responsabilità in assistenza sociale.

Birmingham è in bancarotta: le cause del debito

Sorge spontanea la domanda: come si è arrivati a questo punto? Il debito ammonta a ben 760 milioni di sterline, un equivalente di circa 900 milioni di euro. Una parte significativa di questo debito è correlata agli obblighi derivanti dalla parità salariale tra uomini e donne. Da una sentenza del 2012, il Comune ha dovuto affrontare un contenzioso milionario in relazione a discriminazioni retributive, in particolare verso ruoli femminili.

La gestione attuale di Birmingham è affidata al Partito Laburista. John Cotton, leader del Consiglio, e Sharon Thompson, vice-leader, hanno ammesso apertamente le difficoltà nel gestire la situazione. Entrambi hanno sottolineato come la crisi sia il risultato di una serie di fattori, tra cui l’inflazione crescente, la riduzione dei trasferimenti fiscali e la diminuzione delle entrate locali.

Reazioni politiche e sociali

Le ripercussioni politiche sono tangibili. L’opposizione conservatrice a livello locale ha criticato duramente l’amministrazione laburista, richiedendo cambiamenti significativi nella gestione. Tuttavia, non tutto può essere attribuito alla gestione locale. Alcuni puntano il dito contro il governo centrale, sostenendo che le riduzioni nei finanziamenti siano una delle cause principali del dissesto.

Birmingham è in bancarotta, ma non è la prima città inglese

Birmingham non è la prima città a trovarsi in questa situazione. Anche altre aree, come Croydon (un quartiere di Londra) e Thurrock (una cittadina), hanno dovuto affrontare sfide simili in passato, avendo dovuto aprire procedure di bancarotta. Questi episodi hanno sollevato questioni di diversa natura riguardo alla sostenibilità finanziaria delle amministrazioni locali nel Regno Unito.

Ascesa e decentralizzazione dell’economia britannica

Il panorama economico britannico ha subito notevoli mutamenti negli ultimi anni. Nonostante le critiche iniziali sulla gestione della pandemia e l’incertezza generata dalla Brexit, recenti dati dell’Ufficio di Statistica Nazionale rivelano una resilienza inaspettata. Sorprendentemente, la revisione della crescita del PIL del 2021 ha mostrato una performance economica migliore del previsto, superando persino i livelli pre-pandemici.

Tuttavia, Londra, tradizionalmente vista come il fulcro finanziario europeo, sta perdendo la sua predominanza. La Brexit e le dinamiche interne hanno provocato un esodo di istituzioni finanziarie verso capitali concorrenti come Amsterdam e Parigi, in cerca di stabilità e accesso al mercato unico europeo.