La vittoria di Daniil Medvedev contro Rublev agli US Open è arrivato in un clima torrido con il caldo americano che ha messo in ginocchio entrambi i tennisti. L’impressione sul campo sembrava leggermente diversa ma è stato proprio il tennista russo ad evidenziare le difficoltà contro cui hanno dovuto misurarsi, lanciando anche un serio allarme per la salute.
Una partita vinta in tre set con il risultato di 6-4, 6-3, 6-4 dopo due ore e mezza di gioco che hanno messo letteralmente in ginocchio Daniil e Andrey; è lo stesso tennista russo a descrivere così la sensazione post gara:
Un giorno qualcuno morirà e lo vedrete in diretta. Le condizioni erano brutali. L’unica cosa positiva è che erano uguali per entrambi i giocatori. Alla fine del primo set non riuscivo a vedere la palla, cercavo di correre e colpire la palla. Rublev ha fatto lo stesso. Eravamo stanchissimi… Non so se si sia visto dalla telecamera, ma oggi ho sudato così tanto e usato talmente tanti asciugamani che non ho più pelle sul naso, e qui, intorno alla bocca, sono tutto rosso. Non è una scottatura e non è colpa del sole.
US Open, l’allarme sul caldo di Medvedev: “Riduciamo i set”
Il tema del clima è ormai dominante a livello globale ma l’allarme lanciato da Daniil Medvedev assume contorni ben più marcati. Stando alle parole del tennista russo è necessario trovare una soluzione non solo per gli US Open ma in generale per tutti i tornei giocati in condizioni così allarmanti.
Poche le soluzioni a questo problema ma intanto la proposta del tennista russo è chiara e riguarda il numero di set da giocare anche per le competizioni maschili:
Non sono sicuro di cosa si possa fare per risolvere la situazione. Fermare il torneo per qualche giorno sarebbe impossibile, anche giocare solo in notturna potrebbe non essere sufficiente. Potremmo giocare anche le partite maschili al meglio dei tre set. Certo, alcuni non saranno contenti, perché perdere i match è più semplice quando sono brevi, ma non vorrei succedesse qualcosa per poi sentir dire: ‘Oh mio Dio, Medvedev l’aveva detto un paio di anni fa’