Cos’è l’ailanto? Questa pianta, conosciuta anche come “albero del paradiso” è una pianta caducifoglia ad alto fusto presente in quasi tutte le città, all’interno dei parchi e nei viali alberati, pur non essendo una specie di origine mediterranea.

Per il suo portamento, lo sviluppo repentino e la rapidità di diffusione, questa pianta è considerata sia una pianta infestante che un’essenza ornamentale.

A Roma, ad esempio un sottopassaggio tra il chilometro 12 e 13 della Salaria è letteralmente invaso dalle fronde di questa pianta che occupano rigogliose le banchine e lambiscono anche l’asfalto e in alcuni tratti arrivano addirittura ad occuparlo.

Cos’è l’ailanto: l’origine e le caratteristiche della pianta

Si tratta di una pianta appartenente alla famiglia delle simaroubaceae, la stessa a cui appartengono diverse piante di origine tropicale. 

Questo tipo di pianta venne importata per la prima volta in Europa dalla Cina nel 1740 ed è stata naturalizzata nel nostro paese e in tutto il resto dell’Europa, negli Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda.

Il suo nome scientifico è “Ailanthus altissima” proprio perchè può raggiungere incredibili dimensioni durante la sua crescita. Corteccia, foglie, rami e radici hanno però una spiacevole caratteristica: un’inconfondibile puzza.  

Si sviluppa fino a 15-27 metri in 25 anni per 1 metro di diametro del fusto. Alcuni esemplari arrivano addirittura a 30 metri di altezza. La vita media di questo albero, in genere, non supera i 50 anni.

La sua diffusione così veloce avviene grazie ai polloni che consentono alla pianta di moltiplicarsi anche a distanza di anni.

Esistono diverse varietà di questa pianta ognuna con peculiarità legate al clima e alle zone in cui si è diffusa. L’ailanto italiano, ad esempio, è perfetto per il clima temperato tipico della nostra penisola.

La presenza così elevata dell’ailanto nelle nostre città, si deve sicuramente alla sua capacità di assorbire le sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera attraverso la lamina fogliare.

Si tratta praticamente di una pianta disinquinante in grado di resistere alle polveri sottili e ai vapori di cemento che trattiene nei suoi tessuti grandi quantità di mercurio. Per tutte queste ragioni, l’ailanto è usato per ripopolare le aree contaminate.

L’ailanto è molto famoso anche per la produzione di legno, dovuta proprio al fatto che cresce in breve tempo e si moltiplica facilmente. La sua coltivazione è invece legata soprattutto alla produzione di un ottimo miele.

Eradicare questa pianta risulta molto difficile perché ha una straordinaria capacità di adattamento anche alle condizioni e agli ambienti più ostili. Spesso infatti sviluppa negli interstizi delle costruzioni, tra le macerie, nelle crepe dei muri, per questo le radici poderose possono mettere a rischio la stabilità delle strutture.

Inoltre questo arbusto produce una sostanza chimica chiamata “allelopatica” che rende infertile il terreno circostante.

Perchè si chiama albero del paradiso

L’ailanto è conosciuto come “albero del paradiso” proprio per la capacità del suo fusto di crescere fino a raggiungere altezze davvero elevate.

Questo nome però si differenzia dalla denominazione con cui è nota nel suo paese di origine. In Cina, infatti è chiamato anche “chouchun”, che significa letteralmente “albero puzzolente”. In America, invece, è noto come “albero dell’inferno”, sempre per via del cattivo odore che emanano le foglie.

Questa pianta, in Oriente è nota anche per le sue proprietà benefiche sfruttate dalla medicina tradizionale cinese per preparare impacchi e unguenti miracolosi per la cura di tantissime affezioni cutanee, come ascessi, dermatiti e perfino per contrastare alcuni disturbi psichici.

Le sue foglie e la corteccia venivano usati come ingredienti base di un antico rimedio in grado di combattere le calvizie e rigenerare il cuoio capelluto.

La corteccia, in particolare, ha proprietà astringenti e i suoi principi attivi sono utilizzati anche per alleviare i sintomi dell’influenza e delle malattie da raffreddamento.

All’ailanto sono attribuite proprietà:

  • antimalariche
  • disinfettanti
  • antinfiammatorie
  • antibiotiche
  • antiossidanti

Tra gli usi curativi più comuni di questa pianta c’è sicuramente una tintura madre realizzata a base di corteccia e utilizzata con successo nella cura di palpitazioni, asma ed epilessia.