Si è concentrato ancora una volta sulla regione di Odessa, il nuovo attacco con droni da guerra russo che ha colpito le infrastrutture portuali del distretto di Izmail. A darne conferma Oleg Kiper, capo dell’amministrazione militare della regione meridionale dell’Ucraina.

Si tratta, nel dettaglio, del quarto attacco degli ultimi cinque giorni ad Izmail, considerata da Mosca un punto strategico per il Paese invaso. Proprio in questo distretto, infatti, ci sono una serie di infrastrutture agricole, senza contare i porti danubiani. Un’ottima alternativa, dunque, al blocco del Mar Nero imposto proprio dalla Russia.

Kiper ha spiegato che il nuovo raid è durato circa tre ore: droni kamikaze Shahed sono piovuti sulla città. Si segnala anche un ferito, seppur con lievi conseguenze.

Sono state danneggiate infrastrutture civili e portuali, un ascensore e un edificio amministrativo in diverse aree.

Sono 25, in totale, i droni kamikaze russi abbattuti dalle forze ucraine, su un totale di 33 lanciati contro il Paese. Lo hanno reso noto fonti dell’Esercito, citate da Rbc-Ucraina. I bombardamenti di Mosca si sono concentrati in particolare sulle regioni di Sumy e Odessa.

Nuovo attacco russo su Odessa, ancora una volta al confine con la Romania: Bucarest conferma detriti sul suo territorio

Bucarest lo aveva denunciato già ieri, ma dopo gli ultimi, ripetuti attacchi ad Odessa è arrivata la conferma. Le autorità rumene hanno ribadito il ritrovamento di detriti, forse appartenenti ad un drone, nelle aree del loro territorio più vicine al confine con l’Ucraina.

A rivelarlo è il portavoce della Nato, Dylan White.

Le autorità rumene stanno indagando sull’incidente. La Romania ha informato gli alleati della Nato di questo incidente durante la riunione odierna del Consiglio Nord Atlantico e gli alleati hanno espresso forte solidarietà alla Romania.

Una situazione che richiede un intervento sempre più costante da parte dell’Occidente, come ribadito anche dal segretario di Stato Usa Antony Blinken in occasione della sua visita a Kiev. In tal senso, gli aiuti statunitensi permetteranno alla controffensiva ucraina di “acquisire slancio”.

Per continuare a fronteggiare l’invasione, il diplomatico Usa ha promesso nuovi aiuti sull’asse Washington-Kiev, “per un totale di oltre un miliardo di dollari“.

Gli Stati Uniti sono impegnati a dare all’Ucraina i mezzi per scrivere il suo futuro.

La Russia sui proiettili all’uranio impoverito: “Chiaro segno di disumanità dell’America”

Tra le munizioni che presto raggiungeranno l’Ucraina ci sono anche i proiettili all’uranio impoverito. L’ufficialità è arrivata proprio dal Pentagono, a ribadire le indiscrezioni rimbalzate nei giorni scorsi.

Una notizia che non ha certo fatto piacere a Mosca, con l’ambasciata russa a Washington che ha accusato gli Stati Uniti di trasferire “deliberatamente armi con effetti indiscriminati”.

La decisione dell’amministrazione americana di inviare munizioni all’uranio impoverito a Kiev è un chiaro segno di disumanità.

Sotto la lente d’ingrandimento dei diplomatici russi le cosiddette “nuvole radioattive in movimento” provocate da questo tipo di armi. A detta dell’ambasciata, un invio di questi proiettili a Kiev equivale a “scrivere una croce sulle generazioni future”.

A proposito della fornitura di armi occidentali all’Ucraina, Mosca ha chiesto una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu. A renderlo noto su Telegram è Dmitry Polyansky, primo vice rappresentante permanente della Russia presso l’organizzazione.