Come si andrà in pensione dal 1° gennaio 2024? Non è una domanda da un “milione di dollari”, eppure ci siamo quasi vicini. Il sistema previdenziale italiano si arricchisce di novità volte a ridurre l’impatto delle regole pensionistiche imposte dalla legge Fornero. Da Opzione donna all’Ape sociale, passando per Quota 100 fino a Quota 103, inclusa la rivalutazione degli assegni minimi, tutto o in parte rientra nella riforma delle pensioni. Diamo uno sguardo da vicino alle ultime novità sul fronte previdenziale.
In pensione dal 1° gennaio 2024
Finita l’estate arrivano gli incubi per gli italiani. Anche per il 2024, le possibilità di andare in pensione saranno alquanto ristrette. Tanto per cominciare, la riforma delle pensioni non ci sarà, non sarà rivoluzionato il sistema previdenziale italiano, la legge Fornero resterà così com’è, ma questa non è una novità. In altre parole, sarà possibile accedere alle ‘misure intoccabili’ del sistema previdenziale italiano. Parliamo della pensione di vecchiaia a 67 anni con 20 anni di contributi e la pensione anticipata con 41 e 42 anni e 10 mesi di contributi.
Secondo numerosi esperti, stanno cadendo le speranze dell’introduzione di una nuova misura previdenziale che mitighi l’impatto con le regole imposte dalla riforma Fornero. Per il 2024, saranno rinnovate alcune delle attuali misure previdenziali; sarà più una corsa ai ripari, il termine ‘nuove misure’ non viene utilizzato.
Non sarà introdotta Quota 41 per tutti e molto probabilmente non si giungerà a un vero accordo tra le parti sociali e il governo italiano. E qui si arriva alla legge di Bilancio con la conferma della misura Quota 103 e l’anticipo pensionistico Ape sociale ampliato ai lavoratori usuranti e gravosi.
Cosa succederà per le pensioni nel 2024?
Come cambieranno le pensioni dal 1° gennaio 2024? Difficilmente si introdurrà la pensione minima a mille euro; la promessa di Silvio Berlusconi non potrà essere attuata. Tuttavia, il governo italiano punta a confermare il tetto di 600 euro per gli over 75, mantenendo un trattamento a 572 euro per gli altri. È possibile che si riesca ad aumentare il tetto degli assegni per gli over 75 fino a 650 euro.
A conti fatti, la Manovra finanziaria prenderà corpo in autunno inoltrato, ma secondo diverse indiscrezioni le pensioni potrebbero essere più basse. La rivalutazione al 100% non sarà per tutti, ma probabilmente per gli assegni fino a 4 volte il trattamento minimo. In questo contesto, non appaiono penalizzazioni neanche per i redditi medio-bassi. Diversamente, non si può affermare per altre fasce di reddito che potrebbero subire un taglio fino a 3 punti percentuali.
Dal 1°marzo 2023 sono rivalutati, secondo il meccanismo stabilito dall’articolo 34, comma 1, della Legge 23 dicembre 1998, n. 448, anche i trattamenti superiori a quattro volte il minimo INPS, come di seguito specificato:
- nella misura dell’85% per i trattamenti pensionistici complessivamente pari o inferiori a cinque volte il trattamento minimo INPS, determinando un aumento del 6,205%;
- nella misura del 53% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a cinque volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a sei volte il trattamento minimo INPS, determinando un aumento del 3,869%;
- nella misura del 47% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a sei volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a otto volte il trattamento minimo INPS, determinando un aumento del 3,431%;
- nella misura del 37% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a otto volte il trattamento minimo INPS e pari o inferiori a dieci volte il trattamento minimo INPS, determinando un aumento del 2,701%;
- nella misura del 32% per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS, determinando un aumento del 2,336%.
Come si andrà in pensione a 62 anni nel 2024?
Per collocarsi in quiescenza a 62 anni di età, è necessario ricorrere alla misura Quota 103, che prevede un accumulo contributivo di 41 anni. È possibile che l’anticipo pensionistico Ape sociale venga ampliato per i lavoratori gravosi. In questo modo, le donne escluse da Opzione donna potrebbero accedere a un’indennità che li accompagni alla pensione.
Secondo quanto spiegato dal sottosegretario leghista al Lavoro, Claudio Durigon, durante una diretta su Radio24, il governo italiano sta valutando diverse ipotesi per garantire un ristoro alle lavoratrici.
Negli ultimi mesi, anche le parti sociali, per quanto riguarda Opzione donna, puntano al ripristino dei requisiti precedenti. Nel 2023, sono stati introdotti criteri particolarmente stringenti che escludono gran parte del mondo delle lavoratrici.
La Cisl punta al differimento di Opzione donna per il 2024 e il 2025 senza le ultime modifiche, ma con i requisiti precedenti al 2023. Si tratta delle condizioni previste nel 2022, ovvero con la possibilità di accedere a un’uscita anticipata a 58 o 59 anni di età e 35 anni di contributi.
Infine, si fa strada anche l’ipotesi per tutti, che prevede la pensione dal 1° gennaio con i requisiti che portano a 60 anni di età con 35 anni di contributi con il sistema contributivo.
VORREI GENTILMENTE SAPERE CHE FINE HA FATTO IL DISEGNO DI LEGGE
PRESENTATO DA UN PARLAMENTARE DI FRATELLI D’ITALIA CHE AVREBBE
CONSENTITO DI RIMANERE IN SERVIZIO OLTRE I 67 AANI PUR AVENDO 20 ANNI DI SERVIZIO MA MENO DI 36 ANNI DI CONTRIBUTI. GRAZIE