Il sindaco Beppe Sala ritorna sulla già tanto discussa questione degli affitti brevi a Milano e ribadisce che il Comune sta continuando a chiedere delle limitazioni. Limitazioni che però starebbero tardando ad arrivare anche perché, per il momento, con la ministra al Turismo Daniela Santanchè, ha riferito Sala, non sono stati fatti dei passi avanti.

Affitti brevi a Milano: le parole di Sala

Secondo il primo cittadino meneghino è giunto il momento, ora più che mai, di introdurre una stretta sugli affitti brevi a Milano. In particolare Beppe Sala si rifà a New York come modello da seguire. Con delle restrizioni sul tema, secondo il sindaco e tutta la sua giunta, si potrebbe intervenire anche sul problema degli affitti troppo alti per gli studenti e i lavoratori fuorisede.

Beppe Sala nel capoluogo lombardo sta portando avanti questa battaglia ormai da mesi. Il politico ha infatti più volte richiesto, specialmente nel corso di questi ultimi mesi, un intervento serio e concreto al Governo, attualmente guidato dalla premier e leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni.

Il progetto del sindaco è quello di mettere una serie di “paletti” agli affitti brevi a Milano. Per farlo però è necessario non solo l’impegno dell’amministrazione comunale, ma anche dell’esecutivo. Se da un lato è vero che nelle scorse settimane la ministra al Turismo Daniela Santanchè si era mostrata aperta per dialogare sul tema, dall’altro è anche vero che di concreto non è poi successo più niente.

A riferire ciò e a rivelare anche la sua delusione è sempre il sindaco di Milano oggi, mercoledì 6 settembre 2023, a margine di un evento che si è tenuto presso l’Università Bicocca. Ecco dunque le sue dichiarazioni a questo proposito:

Purtroppo prendo atto che la ministra al Turismo Daniela Santanchè si è dimostrata all’inizio disponibile ma, dobbiamo dire la verità, di fatto non è successo niente.

Milano come New York?

Il primo cittadino milanese passa poi a commentare la stretta appena messa in campo a New York. Egli riferisce che si tratta di un caso eclatante ma che comunque si potrebbe prendere come punto di riferimento proprio per la città di Milano.

Adesso c’è il caso anche un po’ eclatante di New York che però è un riferimento. Tra il bianco e il nero bisogna trovare il grigio giusto, perché così non va bene: non si possono avere più di 20.000 appartamenti dedicati agli affitti brevi.

Ma che cosa è successo nella città americana? La risposta è semplice. Da ieri nella Grande Mela è entrata in vigore la Local law 18. Si tratta di una legge che vuole limitare i pernottamenti brevi nella città e che, di fatto, pone un freno alla nota piattaforma Airbnb.

Stando alle nuove regole il proprietario che vorrà affittare per pochi giorni l’abitazione potrà farlo solo dopo essersi registrato in uno specifico ufficio del Comune e dopo aver ottenuto l’autorizzazione. Inoltre ha l’obbligo di essere fisicamente presente nella casa per tutta la giornata del soggiorno e non può avere più di due ospiti.

E poi un altro commento sulla ministra al Turismo

La preoccupazione della ministra Santanchè è che se si limita così si colpisca il turismo. Va bene però nel turismo Milano sta crescendo tantissimo, luglio 2023 ha avuto il più 30% sul 2019.

Il sindaco specifica comunque di “avercela”

con chi in questi anni ha fatto razzia di appartamenti per poi metterli sul mercato tutti per affitti brevi. Questo è successo. Ci sono intere palazzine a Milano che hanno avuto questa destinazione, io ho lavorato nel mercato e nella concorrenza per tanti anni, però non è che è un liberismo eccessivo sia la soluzione e che la situazione sia adeguata. Bisogna dire che così non va bene.

Dunque, il progetto del sindaco non è quello di eguagliare New York, ma prenderla sicuramente in considerazione come modello.