“Nuove regole e più sovranità condivisa” all’interno dell’Eurozona: è l’auspicio di Mario Draghi in vista delle “sfide sovranazionali” alle quali l’Europa è chiamata da qui ai prossimi mesi. L’ex presidente della Banca centrale europea si è pronunciato in un intervento pubblicato sull’edizione online dell’Economist.
Draghi cita le strategie del passato, che “hanno assicurato prosperità e sicurezza” all’Europa. Oggi non basta più affidarsi “all’America per la sicurezza, alla Cina per l’export e alla Russia per l’energia”. Tali “strategie del passato” sono diventate “insufficienti, incerte o inaccettabili”.
E così, sul fronte delle politiche di bilancio, “tornare passivamente alle vecchie regole sospese durante la pandemia sarebbe il risultato peggiore possibile”.
L’Europa deve ora affrontare una serie di sfide sovranazionali che richiederanno ingenti investimenti in tempi brevi, tra cui la difesa, la transizione verde e la digitalizzazione. L’Europa non dispone di una strategia federale per finanziarli, né le politiche nazionali possono assumerne il ruolo, poiché le norme europee in materia di bilancio e aiuti di Stato limitano la capacità dei Paesi di agire in modo indipendente.
Draghi sulle sfide dell’Europa: “Tornare alle vecchie regole fiscali peggior risultato possibile”
L’ex premier apre dunque al “serio rischio” che l’Europa non raggiunga i decantati “obiettivi climatici, non riesca a garantire la sicurezza richiesta dai suoi cittadini e perda la sua base industriale a vantaggio di regioni che si impongono meno vincoli”.
Per questo motivo, tornare passivamente alle vecchie regole fiscali, sospese durante la pandemia, sarebbe il peggior risultato possibile.
Lo scorso 3 settembre Mario Draghi ha compiuto 76 anni, più di 30 dei quali trascorsi a lavorare nelle istituzioni finanziarie italiane ed europee. Trascorso ormai poco più di un anno dalle sue dimissioni da capo dell’Esecutivo, datate 20 luglio 2022, per il suo futuro si sono rincorse diverse ipotesi.
Da chi lo invoca come segretario generale della Nato a chi lo vorrebbe presidente della Commissione Europea, fino alle voci di una possibile candidatura come prossimo presidente della Repubblica.
Una cosa è certa: al momento la sua mansione principale è quella di “nonno Mario“, come da lui stesso dichiarato in un’intervista dello scorso dicembre al Corriere.
Sto sperimentando un po’ di tempo libero. Faccio il nonno, ho quattro nipoti: mi godo il diritto dei nonni di poter scegliere che cosa fare.