Disciplina è una parola che fa paura. Ne parla lo scrittore Salvatore Brizzi in un libro in cui si ispira alla figura del monaco guerriero e afferma che “in verità solo la disciplina dona la libertà. 

La libertà di fare ciò che si vuole quando si vuole non è vera libertà, è schiavitù rispetto al proprio apparato psicofisico e ai suoi mutevoli desideri. 

La libertà di mangiare un chilo di dolci, fumare due pacchetti al giorno, assumere droghe, bere, ascoltare la musica ad alto volume, fare sesso in discoteca, dire le parolacce a scuola… Questa non è libertà, è schiavitù. È incapacità di dominarsi”. 

Per Salvatore Brizzi occorre disciplinare il corpo, le emozioni, la mente

E aggiunge: “L’autentica libertà la si raggiunge disciplinando il corpo, le emozioni e la mente. Quando il tuo apparato psicofisico è stato disciplinato dalla forza della tua attenzione cosciente, allora e solo allora sei davvero libero di fare ciò che vuoi. Prima di quel momento sei un burattino nelle mani della società, la quale decide ciò che devi desiderare liberamente. Il risultato è che sei libero di fare qualunque cosa, ma non sei libero di essere libero”. 

Per Brizzi “i giovani associano al termine disciplina un significato di costrizione, quando invece la disciplina di sé rappresenta il portale verso la liberazione da ogni costrizione sociale. 

Il fatto che gli addormentati chiamino libertà la schiavitù, e viceversa, diventa terribilmente esilarante. 

Come puoi sperare di avere dominio sulla tua vita se non sei in grado di disciplinare le tue emozioni e i tuoi pensieri? La vera libertà non è libertà DI fare, ma libertà DAL fare”. Parola di Salvatore Brizzi.

Stefano Bisi