Un nuovo impianto per il calcio a Roma sembra essere ancora una utopia, il Presidente Lotito sogna un nuovo stadio da oltre dieci anni ma tutto è rimasto ancora nel cassetto delle idee così come la società giallorossa è passata da Tor di Valle a Pietralata ma non si vede il primo mattone all’orizzonte. In casa Lazio era stato fatto un tentativo per la costruzione di una struttura sulla Tiberina oltre dieci anni con l’allora Sindaco Veltroni che non concesse l’autorizzazione per dei vincoli idrogeolici, ora l’ipotesi che vogliono i tifosi sarebbe lo Stadio Flaminio con il patron biancoceleste che sembra aprire nuovamente a questa soluzione.

Lotito e lo Stadio Flaminio

La questione stadio in Italia è argomento di discussione da tanti anni. I casi di nuovi impianti si contano sulle dita di una mano, maggiore il numero di casi di ristrutturazione come avvenuto a Udine o Bergamo. In balia delle polemiche sia Roma che Milano dove i simbolici Stadio Olimpico e San Siro vengono considerati da tutti ormai obsoleti. Ad affrontare il tema stadio è stato quindi il Presidente della Lazio Claudio Lotito, intercettato da Radio Roma Sound fm90, durante il premio “Vincenzo Orlandini” organizzato dalla sezione Roma 1 dell’A.I.A. in Campidoglio dove era seduto vicino a Maurizio Veloccia, assessore all’urbanistica della Capitale.

Stiamo lavorando per dare alla Lazio e alla collettività uno stadio. Vedrete che poi alla fine col tempo, spero il più breve possibile, possiamo in qualche maniera dare delle risposte. Dobbiamo sicuramente avere lo stadio di proprietà con il Flaminio che è una delle ipotesi su cui stiamo lavorando. Ma non facciamo paragoni con la Roma, l’approccio è sbagliato. Qui non c’è chi arriva prima. Qui c’è il problema di risolvere questa vicenda. Noi vogliamo farlo, non stiamo facendo una gara a chi arriva prima e a chi arriva dopo. Noi vogliamo risolvere il problema nel modo migliore per avere una struttura che sia la casa dei laziali, dove i tifosi biancocelesti siano contenti di poterci andare e la rispettano perché la considerano casa propria

Intanto il campionato è ripartito con la Lazio che ha trovato la vittoria sul campo dei campioni d’Italia del Napoli dopo le iniziali sconfitte con Lecce e Genoa. Prima e decisiva rete di Daichi Kamada in Serie A, uno dei tanti nuovi acquisti del mercato estivo biancoceleste. L’addio di Milinkovic come cessione più dolorosa colmata dall’arrivo del giapponese, di Matteo Guendouzi e Nicolò Rovella a centrocampo, Isaksen e Castellanos in attacco, Pellegrini in difesa e la coppia SepeMandas in porta dietro Provedel. Tante operazioni per allestire un organico capace di onorare la Champions League e raggiungerla nuovamente attraverso il campionato.

Io amo dire che non vendo sogni, ma solide realtà. Io sono per la politica dei fatti e non delle parole. In campo non ci vado io, ma penso di aver messo il club nella condizione di avere una squadra competitiva. Poi sul campo ci vanno i giocatori e mi auguro che possano esprimere tutto il loro potenziale per potersi confrontare alla pari, se non altro, con gli altri club.

Un conto è l’aspetto tecnico e un conto è l’aspetto economico. Io non penso che il denaro sia esaustivo ai fini di allestire una grande squadra. Come si dice? I soldi non sono tutto, ma aiutano a vivere meglio. Effettivamente aiutano, ma non è che sono determinanti. Sicuramente una grande campagna acquisti necessita di denaro per poter comprare i giocatori, ma è altrettanto vero poi che noi abbiamo saputo amministrare la campagna acquisti con delle scelte, che penso e mi auguro, possano premiare alla fine del campionato.

La cosa che m’inorgoglisce è che oggi la rosa della Lazio, rispetto a quando l’ho presa io vent’anni fa, che era una Cenerentola, un punto di partenza, oggi è un punto di arrivo. Ha credibilità a tutti i livelli soprattutto a livello internazionale dove, l’ho riscontrato con i vari club, viene considerata e rispettata. Normalmente i giocatori della Lazio erano oggetto di attenzione e venivano acquistati da altre società. Oggi viceversa è capitato che anche la Lazio ha potuto acquistare giocatori da grandi club, quelli che nella storia avevano sempre acquistato i giocatori della Lazio. Sa a chi mi riferisco. Questo significa che siamo credibili, che il nostro progetto di crescita sta prendendo corpo