Perché l’India si chiama Bharat al G20? Cosa significa questo termine e perché la nazione cambierà ufficialmente nome?
Si preannuncia una piccola rivoluzione in India con la modifica del nome internazionale. E se da una parte appare come un puro gesto simbolico, non manca chi vede questa azione come un sostanziale rilancio per l’intera nazione.
L’introduzione del nuovo nome, Bharat, avverrà al prossimo G20, che si terrà proprio nella capitale indiana New Dehli il 9 e 10 Settembre 2023.
Non c’è ancora l’ufficialità del cambio di nome a livello internazionale ma la stampa locale ha diffuso alcune indiscrezioni a riguardo. In particolare i biglietti di invito alla cena ufficiale di apertura dei lavori mostreranno la nuova dicitura “Bharat” come paese ospitante.
Perché l’India si chiama Bharat al G20: origine del nome
Il termine Bharat appartiene alla tradizione storica del Paese. Non si tratta di un’assoluta novità: la Costituzione indiana infatti prevede che ci si riferisca all’India anche con questa antica dicitura. Tuttavia a livello internazionale il Paese è stato identificato finora come India.
All’interno dei confini nazionali invece i due termini sono equivalenti fin dal 1950 e il nome Bharat rimane attualmente il più diffuso nelle varie lingue indiane.
L’origine del nome risale alla storia e alla mitologia, anche se ci sono diversi punti interrogativi a riguardo. Se è pressoché certo che derivi da una figura mitologica chiamata Bharata, non è altrettanto chiaro se sia riferita al figlio di Dushyanta o a quello di Rishabha, entrambi appunto con lo stesso nome.
I testi sacri indù, poi, riportano anche la dicitura Bhārata, relativa alla prima tribù indoaria che si è stanziata nell’attuale India, e descrive la zona continentale con il termine Bharatavarsa. In entrambi i casi sembra che l’etimologia derivi dal personaggio mitologico figlio di Dushyanta e alla sua leggenda per la quale sia cresciuto nella foresta e abbia acquisito qui le più nobili virtù.
La parola Bharat è quindi un’antica parola sanscrita e risalirebbe dunque ai primi insediamenti in quella area assumendo in lingua hindi il significato equivalente del nome India.
Il nome India infatti è molto più recente. Si tratta di una traslitterazione in inglese dalla parola sanscrita “sindhu” che indica il fiume Indo. La denominazione del Paese con questo termine avvenne durante la colonizzazione inglese tra il 1858 e il 1947.
Quindi il ritorno ad identificare la nazione come “Bharat” potrebbe avere uno spirito di allontanamento dal dominio inglese.
Ripercussioni nazionali e internazionali
La notizia ha infatti innescato diverse congetture sul suo significato. Infatti ci si chiede se il governo indiano abbia intenzione di accantonare definitivamente la dicitura inglese “India” per farsi identificare.
Il gesto infatti rientrerebbe in una vasta operazione messa già in atto dal primo ministro indiano, Narendra Modi, per eliminare i simboli della colonizzazione britannica. L’obiettivo infatti è quello di rimuovere e modificare ogni riferimento dalle istituzioni politiche, dal paesaggio urbano e dalle convenzioni ormai radicate nella società.
L’anticipazione dei cartoncini ufficiali destinati alla cerimonia di apertura del G20 hanno alimentato queste ipotesi. Secondo quanto trapelato infatti i documenti formali indicheranno l’espressione “su invito del Presidente del Bharat” e non si farà alcun riferimento all’attuale nomenclatura riconosciuta a livello internazionale “India”.
D’altronde il partito nazionalista indù, BJP, oggi al governo, nella propria bandiera ha il nome Bharat e fa del suo ultranazionalismo il principale tema politico da perseguire. Il deputato Naresh Bansal ha infatti da poco richiesto l’abolizione del nome India perché chiaro riferimento alla schiavitù coloniale.
Secondo la stampa francese non c’è alcun dubbio che la mossa non sia solo una disputa semantica. Il governo indiano ha infatti già convocato una sessione straordinaria del Parlamento alla fine di questo mese. Le indiscrezioni parlano che si tratti della svolta ufficiale per eliminare la denominazione India e tornare appieno ad identificarsi con un termine proprio della cultura e tradizione locale.