Da tempo è al centro delle discussioni la proposta di eliminare l’abuso d’ufficio, specificamente riguardante l’articolo 323 del Codice Penale. Questo dibattito ha riacceso i riflettori recentemente, quando la proposta ha finalmente iniziato il suo cammino al Senato. Ma per la riforma voluta dal ministro della Giustizia Carlo Nordio sono già arrivate le prime pesanti bocciature.

Riforma Nordio sull’abuso d’ufficio: le reazioni di esperti e autorità

Il dibattito si è acceso ulteriormente quando Giulia Bongiorno, leader della commissione Giustizia, ha convocato alcuni dei principali stakeholder nel settore: Giuseppe Busia dell’Anac, Giuseppe Santalucia della Anm, e Antonio Decaro, sindaco di Bari e rappresentante dei comuni italiani.

Nonostante la varietà di prospettive, Busia e Santalucia hanno espresso opinioni simili, mettendo in evidenza le potenziali implicazioni negative della proposta. Entrambi hanno infatti evidenziato come una simile mossa potrebbe andare contro gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia, in particolare con riferimento alla convenzione di Merida sulla corruzione.

Antonio Decaro ha invece portato una prospettiva diversa, rappresentando le preoccupazioni dei sindaci italiani e ponendo in luce la “paura della firma“, nonché la differenza tra sindaci e parlamentari riguardo alle conseguenze legali in caso di condanna.

Oltre alla questione dell’abuso d’ufficio, anche altre proposte di Carlo Nordio hanno ricevuto critiche. Tra queste, la transizione da un singolo giudice a un collegio di tre e la limitazione della possibilità di appello per il pubblico ministero. Anche la questione della pubblicazione delle intercettazioni ha sollevato non pochi dubbi.

I partiti di opposizione, come il PD e M5S, hanno prontamente reagito, esprimendo le loro preoccupazioni e resistenze sulle proposte di riforma, evidenziando come l’eliminazione dell’abuso d’ufficio potrebbe avere ripercussioni negative sulla legalità in Italia, specie alla luce delle tendenze globali verso il rafforzamento di tale reato.

Riforma Nordio sull’abuso d’ufficio: le parole di Giuseppe Busia

Durante una sessione della Commissione giustizia al Senato, diversi esperti sono stati invitati a dare il loro parere sulla riforma. Tra loro, Giuseppe Busia e Giuseppe Santalucia hanno espresso forti riserve. Busia, in particolare, ha sottolineato come l’abolizione totale dell’abuso d’ufficio potrebbe creare un vuoto normativo, in contrasto con gli obblighi internazionali dell’Italia.

Nei casi di violazione della legge, favoritismi in cui non vi è scambio di denaro, si andrebbero a creare dei vuoti. In molti casi, si creerebbero ambiguità con il rischio di generare ulteriore confusione.

Le parole di Santalucia sull’abuso d’ufficio

Secondo Santalucia, il reato di abuso d’ufficio, definito nell’articolo 323 del Codice Penale, fa riferimento alle circostanze in cui, sebbene non vi sia corruzione, un funzionario pubblico agisce in maniera scorretta e dannosa. Se tale articolo fosse eliminato, come è stato modificato nel 2020, le implicazioni legali potrebbero diventare più severe. Santalucia sottolinea che abolire l’articolo 323 non significa semplicemente scartare denunce legate a vantaggi illeciti, ma potrebbe portare a una classificazione di reati più gravi.

Eliminare il 323 non riduce le indagini, ma comporta invece la messa in campo di una norma più grave. Di fronte a notizie di reato, il pm ha l’obbligo di approfondire e dovrà utilizzare appunto una norma più grave. E questa sarà la corruzione.

Le intercettazioni e il dibattito sulla pubblicazione

L’argomento delle intercettazioni ha sollevato molte polemiche. Santalucia critica l’approccio di Nordio alle intercettazioni, chiedendosi perché una registrazione trascritta per analisi non dovrebbe essere pubblicata se fa parte di un documento giudiziario. La legge suggerisce che solo una parte dell’intercettazione può essere resa pubblica, creando ambiguità. L’approccio attuale, per Santalucia, sembra alterare l’equilibrio tra il diritto alla riservatezza e quello all’informazione. “È una norma mal scritta”, conclude.  

Si attendono tuttavia ulteriori chiarimenti su un documento prodotto dai tecnici della Camera di Forza Italia, che affronta le questioni legate al decreto sulle intercettazioni contro la criminalità.

Il pensiero di Antonio Decaro

Il sindaco di Bari, Antonio Decaro, evidenzia la necessità di rivedere le leggi che riguardano l’abuso d’ufficio. Molti sindaci ritengono che le inchieste spesso non conducano a risultati tangibili, nonostante l’attenzione dei media. Decaro ha sottolineato che i sindaci non cercano immunità, ma maggiore chiarezza e equità nella legge.

Non ho fatto la proposta per abrogare il reato di abuso di ufficio o per circoscriverlo, ma ci siamo rimessi alla volontà del Parlamento per dire che non può esserci un reato di ruolo solo per chi fa il sindaco. Ci basterebbe anche solo uno strumento per limitarlo.