Nella nostra rubrica “Non solo trentatré” oggi parliamo di un tema molto importante e molto discusso, quello delle vaccinazioni. Lo facciamo con il contributo del Prof. Alfio Cristaldi.
Laureato in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma La Sapienza. Dal 1967 al 1990 ha lavorato Presso La Divisione di Malattie Infettive Pediatriche nel Policlinico Umberto I di Roma dall’inizio come Assistente e poi come Aiuto. Primario di Pediatria presso l’Ospedale Regionale Sandro Pertini 1990-2007. Specialista in Pediatria e Malattie Infettive è stato autore o co-autore di numerose pubblicazioni su riviste scientifiche nazionali ed internazionali su argomenti relativi a patologie pediatriche ed infettivologiche; Membro organismi direttivi della Società di Emergenza ed Urgenza Pediatrica e della Società Italiana di Pediatria.
Quali sono le argomentazioni classiche contro i vaccini?
La prima boutade è che il vaccino possa provocare l’autismo; poi l’idea che le vaccinazioni specie quelle multiple possano indebolire il sistema immunitario; quindi l’accusa che contengano elementi tossici come i metalli pesanti; infine il grande classico che i vaccini vengano imposti dalle multinazionali. Non vi è dubbio che quest’ultima affermazione abbia un sottofondo di verità, che tuttavia va intesa ed inquadrata nella normale concorrenza di mercato e non certo nel tentativo di vendere prodotti dannosi alla salute. Tra l’altro i controlli internazionali sono tali e tanti da scongiurare simili eventualità.
Nella prevenzione primaria delle malattie infettive l’obiettivo è quello di evitare che il microrganismo venga in contatto con l’ospite recettivo e fare in modo che il patogeno venuto a contatto con l’ospite non possa moltiplicarsi nel suo organismo.
Le strategie per la prevenzione primaria nelle infezioni sono:
- scoprire e rendere inattive le sorgenti di microrganismi patogeni
- interrompere la catena di trasmissione con bonifica ambientale ed educazione sanitaria
- aumentare le resistenze alle infezioni (immunoprofilassi – vaccinazione).
La vaccinazione non è una tattica per vincere le piccole battaglie, ma è la strategia per vincere la grande guerra
La vaccinazione nasce come una scoperta empirica legata alle tradizioni popolari, ad es. molti popoli osservarono come il vaiolo era prevenibile con l’inoculazione di materiale derivato dalle pustole vaiolose; i cinesi nel 1100 polverizzavano le pustole inalando l’essiccato, in India si scarificava la cute con aghi sporchi di pus vaioloso; in altre Regioni asiatiche ed africane deglutivano le croste vaiolose.
Nella storia delle vaccinazioni si sono verificati due momenti essenziali:
- JENNER – empirico pratico – i mungitori infettati da una malattia pustolosa che colpiva le mucche diventavano immuni al vaiolo (1798). Il 14 maggio del 1796 Jenner vaccina il piccolo James Phipps di 8 anni con il pus prelevato da una lattaia infettata; alle successive somministrazioni di vaiolo umano il bambino non si ammalò.
- PASTEUR – scientifico – sperimentale – La storia racconta che la scoperta avvenne casualmente quando gli allievi di Pasteur lasciarono incautamente invecchiare delle culture di Pasteurella (colera dei polli): i polli successivamente inoculati non svilupparono la malattia. Successivi studi sperimentali permisero di arrivare alle prime attenuazioni della virulenza dei germi.
Prevenzione delle malattie non infettive
La strategia per la prevenzione primaria può essere così formulata: rimuovere le cause.
Parlare di vaccinazioni solleva sempre un certo interesse; la maggior parte dei genitori le accetta senza problemi, altri le esaltano come misura di grande rilievo sanitario, altri ancora le vedono come un ulteriore strumento di connivenza fra medici ed industria farmaceutica.
Nella attività professionale parlando a medici e non medici non si può non ripetere quello che da decenni è stato confermato in tutto il mondo e cioè che le vaccinazioni, insieme alle misure igieniche, costituiscono le prevenzioni più efficaci che la scienza medica abbia inventato.
Quest’ultima è una affermazione che può apparire superficiale solo a chi non è medico e non possiede cultura in proposito.
I fatti
La soglia del 95% di vaccinazioni è raccomandata dall’Organizzazione mondiale della sanità per garantire la cosiddetta “immunità di gregge”.
Obiettivo del Decreto vaccini è di contrastare il progressivo calo delle vaccinazioni, sia obbligatorie che raccomandate, in atto dal 2013 che ha determinato una copertura vaccinale media nel nostro Paese al di sotto del 95%.
Il decreto-legge 7 Giugno 2017, n. 73 prevede che i vaccini obbligatori in Italia sono 10:
- anti-poliomelitica
- anti-difterica
- anti-tetanica
- anti-epatite B
- anti-pertosse
- anti Haemophilusinfluenzae tipo B
- anti-morbillo
- anti-rosolia
- anti-parotite
- anti-varicella.
Le certezze
- L’uso dei vaccini ha eliminato il VAIOLO, ha eliminato quasi completamente POLIO, DIFTERITE, TETANO malattie che sono stati veri flagelli per l’umanità.
- Bisognerebbe chiedersi come mai, ad es., in Italia non c’è un caso di Polio dal 1990; come mai sia scomparsa l’Epatite B e le malattie da Haemophilus Influentiae; anche la PERTOSSE è radicalmente diminuita.
- Bisogna chiedersi, in sostanza, come mai sono scomparse o si sono notevolmente ridotte malattie per le quali si vaccina e non per le altre.
- Eliminare i fattori di rischio.
- Proteggere dagli effetti gli individui ed i gruppi di popolazione esposti.
Oggi in tutti i paesi al mondo, ad eccezione di piccole sacche isolate nelle Regioni estremamente nascoste, le vaccinazioni in uso hanno fatto sì che alcune malattie siano scomparse e parlo della Poliomielite, del Tetano, Difterite e Pertosse, meningiti da Hemophilus influentiae, Epatite B , Meningococco, Pneumococco, Morbillo-Parotite e Rosolia , Varicella ed infine il vaccino per il Papilloma virus , che viene somministrato sia ai maschietti (portatori) che alle femmine prima della pubertà per la prevenzione del tumore del collo dell’utero .
In alcuni casi la somministrazione è multipla (più antigeni insieme); estremamente interessante è che molti vaccini sono prodotti con il sistema della ingegneria genetica, che riduce notevolmente rischi di complicanze.