La morte di Giuliano Montaldo scuote la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, con il direttore Alberto Barbera e il presidente della Biennale Roberto Cicutto che ci lasciano il loro personale ricordo del grande regista italiano.

Morte di Giuliano Montaldo, Barbera a Venezia: “Un gentiluomo, come raramente se ne trovano nel mondo del cinema” | VIDEO ESCLUSIVA

La morte di Giuliano Montaldo è uno shock per il cinema italiano i cui contraccolpi, inevitabilmente, raggiungono la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Proprio le due cariche più alte della Biennale Cinema sono state raggiunte dal nostro inviato Thomas Cardinali per un ricordo del grande regista di capolavori della storia del nostro cinema come Sacco e Vanzetti e Giordano Bruno.

Per Alberto Barbera, direttore della mostra, con Montaldo ci lascia “un gentiluomo come raramente se ne trovano nel mondo del cinema. Una persona – prosegue Barbera – estremamente disponibile, gentile, simpatica, amica di tutti, oltre a essere un grande regista che ha lasciato un segno nella storia del cinema italiano“.

Per Barbera, la morte di Montaldo ha anche un significato più ampio, perché ricorda come “la generazione che ha fatto la grandezza del nostro cinema nel Secondo dopoguerra sta, purtroppo, progressivamente scomparendo, lasciando un vuoto incolmabile“.

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Cicutto: “Uno degli incontri più belli e uno dei primi della mia vita nel cinema”

Per Roberto Cicutto, Presidente della Fondazione La Biennale di Venezia, il legame con Montaldo è anche più profondo, dal momento che proprio al regista genovese, ma trapiantato da anni a Roma, è collegata una delle sue prime esperienze nel mondo del cinema, sul set di Sacco e Vanzetti.

Quando girava Sacco e Vanzetti – ricorda il presidente della Biennale – io facevo il quarto assistente alla produzione e lui mi disse: ‘Guarda, dobbiamo girare due settimane la scena del processo a Cinecittà, vieni a fare la comparsa, così guadagni un po’ di più‘. Questo è il mio ricordo affettuoso per Giuliano, che è stato uno degli incontri più belli e uno dei primi della mia vita nel cinema“.

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