US Open: dopo la vittoria in tre set contro Fritz, Djokovic raggiunge un nuovo record: la semifinale numero 47 in uno slam

US Open, record Djokovic: raggiunge la semifinale numero 47 in uno slam

US Open: dopo la vittoria in tre set contro Fritz, Djokovic raggiunge un nuovo record: la semifinale numero 47 in uno slam. Una in più rispetto a Roger Federer. Ennesimo traguardo nell’incredibile carriera del tennista, dopo i tre set e le due ore e trentacinque minuti impiegate per battere Fritz all’Arthur Ashe. E se per Djokovic siamo davanti un record, per il suo prossimo sfidante, il ventenne Ben Shelton (n. 47 al mondo, vincitore contro Frances Tiafoe per 6-2, 3-6, 7-6, 6-2, in 3 ore e 6 minuti), si tratterà della prima semifinale della sua carriera in un torneo major.

“Il tennis mi ha dato tantissimo nella mia vita. Grazie allo sport ho conosciuto nuovi posti e persone, vedere la gente che mi supporta in giro per il mondo è motivo d’orgoglio. Devo ringraziare anche i miei genitori per i loro sacrifici, senza di loro non avrei potuto far nulla. Avere la possibilità alla mia età di giocare ancora ogni torneo è un privilegio”.

Con queste parole, riportate da Sky Sport, il serbo ha festeggiato la vittoria e l’annesso record.

US Open, Djokovic: l’atteso ritorno negli Stati Uniti d’America

Cincinnati, qui è andata in scena la rivincita su quell’Alcaraz che si “era permesso” di sconfiggerlo un mese fa a Wimbledon. Una battaglia di quattro ore, resa estenuante dal caldo, in cui alla fine Djokovic ha fatto quello che sa fare meglio: vincere. Vincere e offrire uno spettacolo che ha fatto la gioia di tutti gli amanti del tennis. Matteo Berrettini, la cui storia qui a Cincinnati é durata troppo poco, sul suo Instagram ha condiviso una foto dei due tennisti commentando con un emblematico “Mamma mia!“. Il serbo si aggiudica così il Masters 1000 di Cincinnati, in rimonta e con uno score finale che recita 5-7, 7-6, 7-6.


“È stato una specie di otto volante. Non credo di aver giocato tanti match come questo nella mia vita. Forse si possono fare dei paragoni con la Finale contro Nadal agli Australian Open 2012. Quanto accaduto nel terzo set, specie sulla palla match in mio favore sul 5-3, è stato un po’ la cartina di tornasole della partita” queste le emblematiche parole con cui il diretto interessato ha parlato della sfida. Una piccola grande rivincita contro il più giovane rivale spagnolo che oltre a vendere cara la pelle, è riuscito anche a strappare al tennista n. 1 al mondo un applauso dopo un punto clamoroso e queste affermazioni:

“Non mi sorprende più quello che fa in campo, ma è impressionate il modo in cui riesca a giocare ad altissimo livello i punti più importanti delle partite, come sia in grado di gestire la pressione. E’ incredibile per un ragazzo che ha solo 20 anni.” Come se non bastasse, il vincitore di Cincinnati si è lasciato andare anche questo paragone: “

Quando mi confronto con lui, mi fa tornare indietro nel tempo alle sfide contro Rafa dove ogni punto era una battaglia. Tutte le partite che abbiamo giocato contro sono state di questo livello”. A giochi fatti, il serbo torna vittorioso a Cincinnati a tre anni dall’ultima volta, dopo essersi aggiudicato anche quello del 2018. Numeri alla mano, per Djokovic è il novantacinquesimo titolo, vittoria numero cinquantasette in un Masters 1000. “Sono passati due anni dall’ultima volta che sono stato in America. Quindi, ovviamente, sono molto emozionato e non vedevo l’ora di venire”. Ha detto inoltre di essere stato molto felice di tornare a Cincinnati e che il pubblico presente lo ha subito accolto con calore. Un impatto positivo, un ritorno che sa più di ricongiungimento. Tutte dinamiche che hanno permesso a Djokovic di fare quello che sa fare meglio. Ora vediamo se gli US Open. dopo questa semifinale, scriveranno un nuovo capitolo vincente di questa storia.