A quasi tre mesi dalla scomparsa della piccola Kata a Firenze, proseguono senza sosta le ricerche della bambina di 5 anni, avvistata per l’ultima volta il 10 giugno scorso nei pressi del cortile esterno dell’ex hotel Astor, lo stabile occupato dove viveva insieme alla famiglia di origine peruviana. Di recente si era parlato di una possibile svolta, una pista da vagliare in Perù. La mamma, intervistata da Pomeriggio Cinque, ieri è tornata a lanciare un appello a chiunque possa sapere dove si trovi. La speranza è che sia ancora viva.

Scomparsa di Kata a Firenze, le ultime notizie a quasi tre mesi dall’ultimo avvistamento

Non ho la minima idea di dove sia finita Kata, l’unica cosa che sento è che mia figlia è ancora viva. So che non sta bene, so che soffre, ma so che in qualche modo lei è viva,

ha dichiarato Katherine Alvarez ai microfoni del programma condotto da Myrta Merlino.

Sono passati tre mesi – ha aggiunto -, ci sentiamo abbandonati. Non sentiamo la vicinanza di nessuno, siamo stati lasciati da soli.

Era stata lei, il 10 giugno scorso, ad accorgersi dell’assenza di sua figlia e a denunciarne la scomparsa mentre il marito era recluso per furto e piccoli reati contro il patrimonio (sarebbe stato scarcerato dopo un tentativo di suicidio qualche giorno più tardi). Supportata dagli avvocati Filippo Zanasi e Sharon Matteoni, fin dall’inizio sostiene che qualcuno debba aver visto qualcosa.

Qualcuno che viveva all’interno dell’edificio occupato e che ora, forse per paura, starebbe nascondendo la verità. A loro è rivolto il suo appello a parlare.

Forse hanno paura di parlare – ha detto -, ma qualcuno che era lì dentro sa qualcosa. Non è possibile che mia figlia sia sparita così nel nulla. La scomparsa è avvenuta in pieno giorno: qualcuno deve aver visto qualcosa.

Erano da poco passate le 15 del pomeriggio. Poco prima Kata era stata ripresa da una videocamera di sorveglianza uscire e poi rientrare nell’ex hotel. Quel giorno era stata affidata alle cure dello zio materno, Abel, finito in carcere – insieme ad altre persone – perché sospettato di aver preso parte a una violenta aggressione relativa al racket degli affitti dello stabile.

La pista dello scambio di persona

Di recente, nel corso di un’intervista, il procuratore aggiunto di Firenze Luca Tescaroli aveva parlato di alcuni accertamenti volti a stabilire se la piccola potesse trovarsi all’estero, in particolare in Perù. L’ipotesi è che ci sia stata portata – non si sa come – perché vittima di uno scambio di persona. La vicenda, in pratica, potrebbe essere legata a un’altra storia.

Quella riguardante un trafficante di droga peruviano finito nei guai e di cui qualcuno avrebbe voluto vendicarsi. Qualcuno che avrebbe potuto anche rapire la figlia della donna con cui viveva all’epoca dei fatti, che avrebbe la stessa età di Kata e che da qualche mese si era trasferita proprio nell’ex hotel. Forse era lei il vero bersaglio del sequestro? Si tratta di congetture, che potrebbero essere smentite o confermate attraverso l’interrogatorio di due persone “informate dei fatti” detenute in Sudamerica.

Chi indaga per ora ha poche certezze. Sa che Kata nell’ex hotel non c’è più: è stata cercata dappertutto – anche attraverso strumenti sofisticatissimi -, senza successo. Sa che è stata rapita nel lasso di tempo compreso tra l’ultimo avvistamento e il rientro della madre, nel pomeriggio. Ma non sa, ad esempio, come sia stata portata via. E se, a tre mesi dalla sua scomparsa, i suoi cari possano almeno sperare di riabbracciarla.

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