È previsto per la giornata di oggi, 6 settembre, l’interrogatorio di garanzia per Paolo Corna, il 77enne accusato dell’omicidio del figlio Gianbattista a Bottanuco (Bergamo). I fatti risalgono alla sera del 3 settembre scorso. Stando a quanto ricostruito finora, l’uomo avrebbe colpito la vittima con un coltello da cucina al culmine di una lite, l’ennesima. Davanti agli inquirenti che lo hanno tratto in arresto ha più volte ribadito di non volerlo uccidere, ma solo spaventare.
Omicidio di Bottanuco, oggi l’interrogatorio di Paolo Corna
I rapporti tra loro si erano fatti tesi già da un po’, a causa dei problemi di droga del 54enne, che era alla continua ricerca di soldi. Domenica sera, l’ennesima lite. L’uomo, operaio di una ditta di Carvico, davanti al rifiuto dei suoi genitori di prestargli dei soldi, circa 20 euro, avrebbe spintonato prima la madre e poi il padre, rintanandosi nella sua stanza e iniziando a lanciare oggetti contro il muro. A quel punto il padre, per fermarlo, avrebbe afferrato un coltello, colpendolo almeno tre volte – una all’addome, due ai fianchi – e ferendolo mortalmente.
All’arrivo delle forze dell’ordine (che lui stesso, poco prima, aveva chiamato) era ancora sotto shock, ma si era consegnato senza opporre resistenza. Da quando è stato arrestato ha più volte ribadito che non voleva uccidere il figlio.
Volevo solo spaventarlo,
ha detto. Oggi sarà interrogato dal gip Federica Gaudino per la convalida del fermo e per la misura cautelare. E potrà di nuovo raccontare la sua versione dei fatti. Il legale che lo difende, l’avvocata Barbara Bruni, ha dichiarato che “è molto provato”.
La reazione della comunità locale
L’omicidio ha sconvolto la piccola cittadina di Bottanuco, in provincia di Bergamo.
Ai fedeli ho raccomandato di non commentare, ma di limitarsi a pregare,
ha detto don Corrado Capitanio al Bergamo News. Gli ha fatto eco il sindaco Rossano Pirola, dichiarando:
Ogni parola rischia di essere superflua. È una vicenda che tocca nel profondo l’intera comunità, anche per l’epilogo imprevisto e doloroso che lascia attoniti. Conosco bene il signor Corna, sono convinto che si è già pentito e che se potesse riavvolgere il nastro degli eventi lo farebbe subito. L’esasperazione porta anche a questo, ma non è un violento. Al contrario, è una brava persona. Anche suo figlio Gianbattista lo era, nonostante le sue fragilità.
La testimonianza di un familiare
Più volte, raccontano i familiari, aveva provato a combattere le sue dipendenze. Tanto da rivolgersi perfino alla comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio, a Brescia. Ma non ci era mai riuscito, nonostante l’impegno.
Sembrava essersi ripulito, ma dopo qualche mese stava peggio di prima – ha raccontato la zia Liliana Corna, sorella del padre -. Forse per colpa di alcune amicizie era finito di nuovo in quel tunnel. So solo che il padre ha fatto davvero tanto per quel ragazzo, lo aveva aiutato a trovare un lavoro e lo aveva aiutato con la casa. Ho sei fratelli e posso dirlo: Paolo è il più buono di tutti.
Dopo aver riaccettato il figlio in casa, insieme alla moglie il 77enne aveva iniziato ad occuparsi di lui, arrivando a gestirne lo stipendio, per evitare che lo usasse per pagarsi alcol e droga. Domenica scorsa, arrivato allo stremo, avrebbe infine deciso di provare a spaventarlo, uccidendolo. Ora deve fare i conti con il suo gesto. E in tanti gli mostrano vicinanza e solidarietà, sui social. Aveva a cuore, dicono, il bene del figlio. Non avrebbe mai potuto togliergli la vita volontariamente.
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