Si avvicina la scadenza del 30 novembre 2023 per la cessione dei crediti d’imposta del superbonus. Chi ha fatto lavori con questo bonus ha il dubbio se procedere cedendo l’agevolazione a un altro soggetto oppure approfittare della detrazione fiscale spalmata su un periodo più lungo, per 10 anni. Canale, quest’ultimo, che è cambiato del tutto secondo quanto prevede il decreto legge numero 11 del 2023 che, di fatto, ha bloccato proprio la cessione dei crediti e l’applicazione dello sconto in fattura sui nuovi lavori.

Proprio per questo, la scelta tra cessione dei crediti e detrazione fiscale riguarda le spese sostenute nell’anno 2022, la cui eventuale opzione (cessione o sconto in fattura) avrebbe dovuto essere comunicata entro il 31 marzo 2023. Per chi non ha fatto questo passaggio, c’è la possibilità di cessione dei crediti (ma solo a banche e a istituti a regime controllato) con la remissione in bonis entro il 30 novembre 2023. Lo stesso decreto legge 11 del 2023 ha favorito il ricorso alla detrazione fiscale prevedendo l’allungamento da quattro a dieci rate annuali di detrazione fiscale nelle dichiarazione dei redditi fino al 2033.

Superbonus, cessione crediti entro il 30 novembre 2023 o detrazione fiscale? Ecco come cambia la ripartizione in 10 anni

Il caso dell’utilizzo della cessione dei crediti o della detrazione fiscale del superbonus potrebbe riguardare un committente alle prese con interventi di efficientamento energetico e di ristrutturazione già dal 2021 su un proprio immobile e inizio della detrazione nella dichiarazione dei redditi del 2022. Tuttavia, anche nel 2022 il committente ha sostenuto delle spese da agevolare con il bonus del 110%: per queste spese può procedere con la detrazione da spalmare in quattro anni.

Tuttavia, il decreto legge 11 del 2023 ha previsto la possibilità di suddividere su un arco di tempo più ampio, la detrazione fiscale del superbonus. La novità è stata introdotta dal governo per andare incontro a quei contribuenti sprovvisti di sufficiente capienza fiscale per detrarre interamente la quota annuale spettante. L’eventuale eccedenza, infatti, non può essere recuperata e si perde. Aumentando il numero di anni di detrazione, decresce l’importo della quota annuale. In questo modo, anche i redditi non particolarmente elevati possono beneficiare della misura fiscale del superbonus.

Superbonus cessione crediti detrazione, tutto quel che c’è da sapere

La detrazione fiscale del superbonus in alternativa alla cessione dei crediti d’imposta, consente dunque di suddividere in dieci quote il beneficio e portarle in detrazione nella dichiarazione dei redditi dal 2024 (per le spese sostenute nel 2022) fino al modello 739 del 2033. Il decreto legge 11 di febbraio scorso ha fissato alcuni criteri per beneficiare della detrazione spalmata su un numero di anni maggiore.

Innanzitutto, la prima rata deve essere portata in detrazione il prossimo anno, nella dichiarazione dei redditi del 2024, anche se si tratta delle spese sostenute nel 2022. L’anno di sospensione (la dichiarazione dei redditi del 2023) è un requisito essenziale per avvalersi della misura. La prima delle dieci rate non può essere indicata, pertanto, nella dichiarazione dei redditi 2023, cosa che si può fare se si intenda limitare la detrazione fiscale ai quattro anni.

Alternativa di cedere il bonus con la remissione in bonis, ecco come fare

Una volta scelta, l’opzione della detrazione fiscale in dieci anni è irrevocabile. L’alternativa è trovare una banca o un istituto finanziario disposto ad acquistare il proprio credito fiscale del superbonus entro il 30 novembre 2023. Il contribuente riuscirebbe, con l’opzione della cessione del bonus, a rientrare velocemente delle spese sostenute per far eseguire i lavori dall’impresa fornitrice. La procedura di cessione in ritardo (rispetto alla scadenza del 31 marzo 2023) si chiama remissione in bonis e prevede anche il pagamento di una sanzione di 250 euro.