La stagione in corso di Formula 1 non è mai decollata per Sergio Perez che si ritrova sempre più vicino all’addio dalla Red Bull. Dopo le tante voci degli ultimi tempi condite da diverse critiche, è stato lo stesso pilota messicano ad aprire alla possibilità di un futuro lontano dalla scuderia di Milton Keynes.
Parlando a DAZN Spagna, il compagno di squadra di Max Verstappen ha analizzato quanto fatto finora nel campionato di Formula 1 che lo vede saldo al secondo posto ma con un abisso di distacco dall’olandese. Ecco le sue parole:
Ogni anno si imparano cose nuove ed è per questo che amo questo sport. La cosa più importante è imparare dagli errori. Con la stagione che ho avuto, è importante disputare le prossime gare in un ambiente dove sento di dare il mio contributo. E se non ci sarà posto per me nel 2024, dovremo cercare alternative. Ma il mio obiettivo principale è restare qui, vincere delle gare e continuare a vincere mondiali con la Red Bull. Ho un contratto fino all’anno prossimo e ad un certo punto nel 2024 dovremo sederci a parlare.
Formula 1, Perez tra l’addio a Red Bull e la convivenza con Max: “Non è facile essere il suo compagno”
Le voci di una separazione tra Perez e Red Bull prendono sempre più forma nonostante il pilota messicano abbia posto l’accento anche sul suo desiderio di restare nella scuderia guidata da Chris Horner. Ad appesantire la posizione di Checo è naturalmente il confronto con Max che quest’anno sembra davvero mostruoso come testimonia il record di Monza:
Non vedo l’ora di affrontare la seconda parte della stagione, credo che i momenti difficili siano ormai alle spalle e mi sento ora molto a più agio con la macchina. Max al momento è ad un livello molto alto, lui è in palla e io no. Ci sono momenti difficili, perché non è facile stare in questo ambiente con tutta questa pressione.
Poi, il messaggio sul compagno:
Non è facile essere il compagno di Max Verstappen, ma è importante ricordarsi di godersi il viaggio. La differenza principale tra noi è che Max è stato in grado di mantenere sempre il suo livello, mentre io no, specie quando la macchina si stava sviluppando. Ho iniziato a fare fatica perché dovevo pensare molto. E quando a 300 km/h pensi a come affrontare una curva, non è così semplice