Cos’è lo zero termico? Perché è preoccupante il record negativo registrato in questi giorni sulle Alpi italiane?

Il dato deve fare riflettere su come il clima stia cambiando e su quali effetti potrebbero scatenarsi sul nostro ambiente. L’Italia infatti ha segnato un valore eccezionale per lo zero termico. Un record negativo che batte il precedente risultato registrato proprio nella vicina Svizzera.

Lo zero termico è stato raggiunto ad una quota atmosferica pari a 5.328 metri sul livello del mare. Un’altezza decisamente alta rispetto alla normalità.

Cos’è lo zero termico: parametro fondamentale in ambito climatologico

Lo zero termico non è solo la registrazione di temperatura di 0°C ma anche un complesso insieme di altri parametri ambientali. Se da un lato non appare strano che tale temperatura venga raggiunta a una simile altitudine atmosferica, dall’altra si deve riflettere come il dato implichi il più alto valore mai registrato finora.

In queste condizioni, lo zero termico muta anche le situazioni meteorologiche e può provocare eventi improvvisi e catastrofici. L’allarme è presto collegato ai sempre più frequenti cambiamenti climatici in corso e agli effetti del riscaldamento globale.

La dicitura zero termico così indica un insieme di diversi elementi correlati, quali per esempio lo stato dei ghiacciai, del manto nevoso e le previsioni sui tempi di scioglimento. 

In pratica la quota nella libera atmosfera in cui si raggiunge questo valore fornisce un importante indicatore delle condizioni climatiche della zona alpina. È il fondamentale parametro, riconosciuto dagli esperti, per trattare gli effetti del cambiamento climatico.

Al di sopra, infatti, della soglia contrassegnata dallo zero termico la temperatura è inferiore a tale valore. Al di sotto, l’aria invece assumerà una temperatura più alta. Quest’ultima sarà responsabile non solo dello scioglimento dei ghiacciai ma anche del verificarsi di episodi meteorologici improvvisi e violenti.

Il calcolo dello zero termico parte dall’individuazione della relativa isoterma, vale a dire la curva che correla i dati di temperatura registrati nel corso di un fenomeno atmosferico con l’altezza geopotenziale.

I valori attesi

Il valore registrato dalla stazione di radiosondaggio Novara Cameri, a nord-est di Cuneo in Piemonte appare decisamente preoccupante perché in quella fascia atmosferica la temperatura dovrebbe essere decisamente più fredda. In pratica, la colonna di aria che sovrasta le nostre Alpi si sta progressivamente scaldando fino a portare le condizioni di zero termico ad un’altitudine mai registrata.

Gli esperti infatti, supportati dai dati statistici, si aspetterebbero lo zero termico ad una quota non superiore ai 3.000 metri.

Ciò infatti consentirebbe ai nostri ghiacciai alpini di perdurare perennemente durante tutto l’anno. Il cambiamento climatico ha però mutato queste condizioni e ha riscaldato anche questa area.

Il record misurato a 5.328 metri implica così il preoccupante effetto di scioglimento sulle nostre montagne. Basti inoltre pensare che era dal 1954 che questa stazione non raggiungeva altitudini simili. La situazione tuttavia è ben lontana da migliorare. I climatologi, anzi, si aspettano che il record sia presto infranto con un ulteriore aumento progressivo su tutto l’arco alpino.

Rischi ambientali

Lo zero termico a 5.328 metri in Italia deve farci capire quanto sia grave l’attuale crisi climatica. L’aumento progressivo della temperatura porterà a violenti eventi meteorologici sempre più frequenti. Proprio l’innalzamento della temperatura nei nostri mari è alla base dei recenti episodi di MediCane sulla nostra penisola.

Lo scioglimento della neve e dei ghiacciai porterà poi ad un cambiamento della morfologia montuosa. Basti pensare ai recenti avvenimenti sul ghiacciaio della Marmolada, colpito da ripetuti crolli e costantemente attenzionato dagli esperti.

L’isoterma a zero gradi situata ad una quota così alta può seriamente modificare il ciclo dell’acqua: la scarsa attitudine ad immagazzinare le risorse nei ghiacciai potrebbe alterare la disponibilità di acqua dolce e causare potenziali siccità. Infine, questo cambiamento si ripercuote anche sulle specie di fauna e flora locale che cercheranno temperature più adatte alle loro esigenze.