Il mercato della Roma ha visto il botto finale a nome Romelu Lukaku che ha fatto impazzire la piazza, il rinforzo in attacco sognato per tutta una estate dopo i tanti nomi sfumati. Josè Mourinho ha una squadra attrezzata per inseguire il sogno Champions che da troppi anni sfuma nel lato giallorosso della Capitale. L’inizio di stagione balbettante con appena un punto in tre gare ottenuto all’esordio con la Salernitana allo Stadio Olimpico, poi le due sconfitte contro Hellas Verona e Milan. Il punto quindi sulla situazione della Roma è stato fatto in conferenza stampa dal General Manager Tiago Pinto che ha fatto una panoramica sul mercato appena concluso e sulle ambizioni stagionali toccando la questione allenatore e rapporto con gli arbitri, già al centro delle polemiche.
Rapporto con Mourinho
Il contratto dello Special One è in scadenza a giugno 2024, per la maggior parte dei tifosi è il condottiero indiscusso su cui costruire il futuro. Da capire però anche la volontà dell’allenatore che vuole un progetto ambizioso per proseguire la sua avventura in giallorosso, la sensazione è che ogni possibile discorso possa quindi essere legato ai risultati di questo campionato con la Champions League come garanzia. La Roma deve rispettare il settlement agreement fatto con la Uefa e quindi gli introiti della massima competizione continentale diventa fondamentale per le casse dei Friedkin.
Sarà impossibile uscire da questa conferenza stampa con la sensazione di scontro con Mourinho. Voglio fare molta attenzione in quello che dico sull’allenatore, non vorrei minimante che possa uscire il minimo scontro tra di loro. Ci diciamo le cose in faccia, siamo motivati e carichi per portare avanti i progetti della Roma. Ripeto, non voglio il minimo scontro con nessuno e il tema Champions dal primo giorno in cui sono arrivato che ho sempre sentito sia la grande ambizione della proprietà. Ed è anche la mia, per me l’obiettivo è quello.
Il tema degli infortuni, dico due cose: con tutto il rispetto per la Roma, i tifosi e la città, è ovvio che non siamo il Manchester City. Potevo anche prendere Rice, magari se ero al City non ero io seduto qui, ma uno migliore. Dobbiamo sapere la realtà. L’altro tema è quello degli infortuni: oltre a Dybala, dal momento in cui Mourinho è arrivato il suo staff tecnico e lo staff medico della Roma siamo riusciti a mettere in condizioni interessanti quelli con problemi. Questa connessione è un asset, lo posso usare per convincere i giocatori. Renato Sanches, per non avere dubbi sul futuro, se andrà male l’unico responsabile sono io: sono ossessionato da quel giocatore, lo volevo al Benfica e adesso siamo riusciti a prenderlo. Sono convinto che con questo allenatore, lo staff tecnico e medico, con tutto intorno, siamo capaci di farlo rendere.
I rinnovi sono temi importanti, trattati internamente e non li trattiamo pubblicamente. In questo momento siamo consapevoli del momento che stiamo vivendo, siamo carichi e motivati per riprendere dopo la sosta il nostro obiettivo e le nostre forze per portare a casa i risultati. Siamo concentrati sulla Roma e su cosa poter fare meglio. I temi li affrontiamo internamente nei tempi e modi giusti.
Oltre alla questione contrattuale, Tiago Pinto affronta anche i rumors che vedono un rapporto non troppo florido fra il tecnico e il General Manager. Tante voci si sono rincorse in questi mesi che raccontavano di un Mourinho non troppo soddisfatto del mercato e della gestione arbitrale subita in Serie A e in Europa con la rabbia dei tifosi ancora accesa nei confronti di Taylor dopo la finale di Europa League contro il Siviglia. La nuova stagione si è aperta sulla falsariga di quella scorsa, tante lamentele per il rigore fischiato a favore del Milan null’ultima gara di campionato.
Tutti i miei amici rideranno in Portogallo, il mio storico non è positivo. Siamo alla terza giornata del campionato, non voglio fare guerre né polemiche. Dobbiamo sentire quello che dicono gli arbitri e loro devono sentirci. Io ho un po’ smesso, non capisco più nulla. Non so rispondere. Oggi non capisco nulla e faccio fatica a rispondere. Non riesco a capire la differenza tra Zaniolo a Napoli e Rui Patricio contro il Milan. Non è una critica. Quello che sento che c’è calcio giocato e calcio del Var. Più che polemiche e interviste, le persone responsabili devono sentire quello che dicono allenatori e giocatori. Su alcune cose mi sento in difficoltà a dire un’opinione, quando non capisci l’uniformità e del tempo, non solo in Italia. Sappiamo che con il caldo delle partite e di voler vincere quando ci sentiamo sotto ingiustizie abbiamo atteggiamenti che alle persone non piacciono. Ma faccio fatica a capire la strada che il calcio segue
Mercato Roma
Romelu Lukaku come ciliegina sulla torta di un mercato complicato per la Roma. I paletti economici da rispettare per evitare sanzioni dalla Uefa e un bilancio da dover snellire per i troppi debiti, così si spiegano le tante operazioni concluse in prestito con l’obiettivo di riuscire a portare giocatori all’altezza della situazione. Gli arrivi immediati a parametro zero di N’dicka e Aouar, dal Leeds un rinforzo sugli esterni come Kristensen, l’amicizia con il PSG ha permesso lo sbarco di Paredes e Renato Sanches, fino ad Azmoun prima di Big Rom.
Durante la prima estate non potevo uscire di casa dopo la partenza di Dzeko ed è arrivato Abraham, poi Dybala e quest’anno Lukaku. Sono trattative diverse, persone diverse, la cosa principale è far sentire ai giocatori che sono importanti. Non è tema di soldi e contratto, ma far capire che Roma è un club importante dove possono sentirsi importanti. Sono scaramantico, in tutte le sessioni mi piace portare uno così e vediamo nelle prossime. Sono molto fortunato.
Quando comincia una sessione di mercato penso che dobbiamo mettere insieme tre piani diversi: il piano tecnico, che è più semplice da capire dove con allenatore, direzione sportiva e società vogliamo sempre costruire una squadra migliore della stagione precedente, e se facciamo un paragone tra i giocatori andati via e quelli arrivati la squadra è migliore perché abbiamo più alternative e soluzioni. Dopo il piano economico, siamo dentro un settlement agreement in cui in due anni dobbiamo spendere per la squadra il 70% di quelli che sono i ricavi del club, quindi quando gli altri ds sono andati in vacanza io sono andato a cercare accordi economici per rientrare nel piano.
Poi c’è il piano strategico: un club come la Roma per uscire da questa situazione è importante prendere giocatori giovani con prospettive future, che possano avere risultati sportivi e economici nel futuro. Se avessi pagato 20 milioni sia per Ndicka sia per Aouar, magari questa domanda non sarebbe posta così perché sono under 25 con partite in competizioni importanti. Non è semplicissimo garantire che la squadra sia migliore ed essere in linea con il FFP. Non dimentichiamo che dall’arrivo di Mourinho il settore giovanile è sempre stata una parte principale della strategia, abbiamo due giocatori in rosa come Zalewski e Bove.
Non ho seguito attentamente tutti i nomi che ci hanno accostati. Due li abbiamo trattati: per Scamacca abbiamo parlato e non siamo riusciti per ragioni pubblicamente conosciuti. Seguiamo Marcos Leonardo da 15-16 mesi, non era una situazione fatta ma l’accordo era sulla buona strada e abbiamo avuto la sfortuna che in un paio di mesi un club storico come Santos lotta per non andare in B, il coordinatore tecnico è stato licenziato, hanno cambiato allenatore e venduto due ragazzi, quindi la situazione si è complicata. Mi è dispiaciuto, ma è ancora un obiettivo e lo conosco bene.
Vi piace veramente parlare dei miei insuccessi. Le ultime due settimane di Nemanja qua non me le aspettavo, ma sono diverso da voi su queste cose: voi prendete il lato negativo, io positivo. Siamo riusciti a prendere Paredes, non voglio perdere energie su queste cose, succedono, non merita molte più parole. Ho sempre detto che Frattesi era uno dei giocatori che mi piacevano di più, siamo liberi di scegliere, non ho rimpianti e voglio bene a tutti questi giocatori. Penso che Davide e Scamacca saranno importanti per l’Italia, voglio bene ad entrambi. E in ogni casa su Frattesi abbiamo preso soldi.