“Ragazzi, cominciamo. Se vi dico ‘treno’, spostatevi da quella parte. Va bene?”. Così, in un breve filmato girato la sera del 30 agosto scorso, il tecnico manutentore di Rete Ferroviaria Italiana finito sotto indagine per disastro ferroviario e omicidio plurimo con dolo eventuale si rivolge ai cinque operai che pochi minuti dopo avrebbero perso la vita nell’incidente di Brandizzo e al loro capocantiere, il 52enne Andrea Girardin Gibin, anch’egli indagato.
Diffuso in esclusiva dall’edizione odierna del Tg1, il video è stato girato e salvato su Instagram (ma mai pubblicato) da Kevin Laganà, la più giovane delle vittime ed è ora finito agli atti dell’inchiesta della Procura di Ivrea. A trovarlo sarebbe stato un parente del 22enne che aveva accesso al suo profilo. Dopo averlo visionato lo avrebbe fatto avere alle autorità.
Strage di Brandizzo, spunta un video choc: le parole di Antonio Massa
Nei sei minuti di filmato Laganà riprende sé stesso e i suoi colleghi mentre, nella tarda serata del 30 agosto scorso, si mettono al lavoro sui binari della stazione di Brandizzo. Ad autorizzarli è una voce fuori campo, quella di Antonio Massa, il tecnico che avrebbe dovuto dare il via alle operazioni di manutenzione e sostituzione delle rotaie dopo aver verificato che i transiti ferroviari fossero terminati.
Il patto era che, se fosse arrivato un treno (e il treno sarebbe arrivato, visto che Massa ne aveva avuto conferma dalla dirigente movimento di Chivasso), lui li avrebbe avvertiti, cosicché loro si sarebbero fatti da parte, mettendosi in salvo.
Ho capito, sì scappiamo… mi butto contro la cancellata”,
risponde ironicamente Kevin quando lui spiega loro il da farsi. Poi, a fine video, lo si sente dire:
Non abbiamo ancora l’interruzione.
Una prassi, secondo alcuni testimoni. Antonio Veneziano, ex collega dei cinque operai travolti e uccisi dal convoglio che pochi minuti dopo la registrazione del video sarebbe passato sui binari interessati dai lavori a 160 km/h, ha infatti raccontato agli inquirenti che spesso i lavori iniziavano prima che i treni fossero sospesi: un modo per non perdere tempo ed evitare che l’azienda, la Sigifer di Borgo Vercelli, non fosse obbligata a pagare delle penali.
Domani, 6 settembre, sarà ascoltato su questo punto anche il fratello e collega di lavoro di Kevin. Sarebbe stato lui a confermare agli inquirenti che la voce registrata nel filmato appartiene ad Antonio Massa.
La questione del dolo eventuale
Come fa notare il Corriere della Sera, il video rappresenta una prova schiacciante del dolo eventuale già ipotizzato dalla Procura che si sta occupando delle indagini. Si configura quando coloro che sono accusati di un reato – in questo caso i due superstiti dell’incidente (Antonio Massa, ma anche il capocantiere, che avrebbe dovuto opporsi all’invio dei suoi uomini sui binari prima del previsto) – agiscono pur essendo consapevoli che il loro comportamento è rischioso. Assumendosi cioè la responsabilità di ciò che può accadere.
Il via libera ai lavori sarebbero arrivato solo verso la mezzanotte. Un treno, infatti, era in ritardo. Sarebbe passato di lì a poco travongendo cinque delle sette persone presenti, morte sul colpo. Una tragedia che avrebbe potuto essere evitata, se fossero state messe in atto tutte le procedure di sicurezza previste in casi del genere.
Ciò che viene da pensare guardando il video è che fosse una consuetudine: probabilmente non era la prima volta che le vite degli operai venivano messe in pericolo per velocizzare le operazioni. Solo che questa volta è andata male. E cinque vite sono state stroncate.
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