Antonio Angelino, capogruppo consiliare uscente di CaivanoConta, ha raccontato a Tag24 come un cittadino e rappresentante vive questo difficile momento per la sua città.

Caivano, parla Antonio Angelino (CaivanoConta): “”

Nel giro di pochi giorni Caivano, comune campano a metà tra Napoli e Caserta, è diventata nota in tutta Italia. Verso la fine di agosto viene a galla la storia dello stupro di due bambine nel quartiere Parco Verde, esattamente a pochi giorni da un’altra violenza sessuale: quella di Palermo. La vicenda ha scosso il nostro Paese e la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è recata in visita a Caivano ed oggi c’è stato il maxi intervento delle forze dell’ordine a Parco Verde. Una situazione difficile per chi vive ogni giorno questo territorio come Antonio Angelino, capogruppo consiliare uscenti di CaivanoConta che oggi ha parlato ai microfoni di Tag24.it.

Come state vivendo questi giorni?

Lo stato d’animo è sicuramente molto negativo soprattutto per chi vive tutto questo come cittadino attivo e poi nelle istituzioni c’è una grande tristezza ed un senso di impotenza. Questo è il territorio che noi viviamo, dove sto crescendo due figli piccoli e tutto questo rattrista a fronte di una realtà che troviamo anche lontana da noi: basti pensare a quello che accade in molte città. Ci sono centri abitati che sono diventati pericolosissimi e caratterizzati anche dalla violenza minorile…sono riflessioni che ci caratterizzano come comunità.

Siamo sicuramente tristi per quanto accaduto ma non vogliamo essere vinti da questi eventi e proveremo a rilanciarci sin da subito e trovare le ragioni di impegno civico e politico che diventano a questo punto urgenti. Sono tante le istanze che riguardano queste aree: reddito, formazioni e cultura solo per citarne alcune assieme al governo del territorio. Non è possibile che nel 2023 ci siano ancora zone franche o ghetti, mi sembra quasi che questi vengano tollerati perché necessita di piani e risorse che non ci sono o si attardano ad essere attuati.

Come volete rilanciarvi?

Proveremo a rilanciarci con elementi sempre più innovativi e legati alla competenza intorno a determinati fenomeni per mettere in campo soluzioni capaci di restituire dignità alle tante persone che abitano queste zone e non meritano la spettacolarizzazione che viene fatta in questi giorni. Da cittadino del territorio mal sopporto la spettacolarizzazione ma capisco anche l’etichetta che ne deriva.

Come avete accolto la visita della presidente del Consiglio?

Il nostro atteggiamento è stato positivo. Ritengo che il presidente del Consiglio debba essere sempre accolto con speranza, un sentimento che non deve mai mancare in questi territori. Siamo stati felici ma dispiace che la dimensione della visita istituzionale si sia configurata in quel modo perché non è stata presa in considerazione la politica locale e per il momento blindato con padre Maurizio Patriciello.

Lungi da me un tentativo di polemica ma ritengo che missione pastorale e politica siano cose differenti: purtroppo queste invasioni di campo sono già avvenute come con Contratti Istituzionali di Sviluppo firmati da Mara Carfagna a Caivano insieme alla presenza di Maurizio Patriciello e non alla casa comunale con il sindaco che ha partecipato come ospite.

Oggi si sono verificati due eventi: il blitz e l’arrivo della prima bozza di un provvedimento che sarà discusso domani con una probabile misura che andrà a stanziare risorse per gli interventi che interesseranno interventi annunciati da Giorgia Meloni, quindi la bonifica e un probabile annuncio di “dl Caivano”. Guardiamo con speranza all’attuazione dei provvedimenti.

Qual è la situazione interna al comune di Caivano?

E’ una situazione vista fin troppe volte. Il primo agosto il sindaco per mancanza di maggioranza consiliare è stato sfiduciato e la politica non esercita più il suo ruolo di rappresentanza sull’ente da più di un mese. Non c’è più un sindaco, non c’è più una giunta, non c’è più un consiglio comunale. Il sindaco era espressione di un determinato perimetro politico ed ha vinto per pochi voti nel 2020-quando io ero candidato con una lista civica d’ispirazione moderata- con una coalizione un po’ eterogenea che ha dimostrato la sua vera essenza in più occasioni.

Non ci sono solo militarizzazione e controlli: come altro è possibile valorizzare le periferie? Si tratta di una cosa che vale anche per zone lontane da Caivano…

I modelli positivi esistono e c’è anche una relazione finale della Commissione di inchiesta sulla sicurezza e sul degrado delle città e delle periferie. Dando per scontato che le zone franche non debbano più esistere e il controllo del territorio e la lotta ai fenomeni criminali è evidente che bisogna agire sul welfare materiale che va garantito anche ad agenzie di servizio polifunzionali altamente qualificate.

In questi quartieri esistono progetti e ce ne sono anche diversi che coinvolgono le persone in attività formative, in alcuni casi però gli operatori economici non sono specializzati o manca una rete capace di tenere tutte le istanze. Bisogna lavorare in un certo modo: creando una rete polifunzionale e capace di dare delle risposte. Ad esempio nel nostro rione le scuole e le famiglie per bene funzionano, il problema è dopo ed in questo caso un’agenzia di servizi alla Laino potrebbe creare un meccanismo diffuso attraverso il quale il ragazzo possa impegnarsi e crearsi una propria autonomia. Il lavoro da fare è complesso però è evidente che se non s’inizia a dare segnali di questo tipo non si risolve nulla.

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