Cos’è il rotavirus? Ecco quali sono i sintomi e le terapie da seguire. Il virus è salito alla ribalta della cronaca nazionale per il caso avvenuto sulle spiagge della Venere Azzurra e di San Terenzo, a pochi passi dal comune di Lerici in provincia della Spezia. Circa 70 bambini sono hanno manifestato i sintomi da infezione da rotavirus.

Cos’è il rotavirus: le principali caratteristiche del virus

Il rotavirus fa parte della categoria di virus a RNA appartenenti alla famiglia Reoviridae. Esistono diverse tipologie, classificate in base proteine strutturali (VP) del capside esterno, vale a dire l’involucro esterno del virus a doppio filamento. Tra essi, quelli che hanno potere patogeno nell’organismo umano fanno parte dei sierogruppi A, B e C. Il sierotipo più aggressivo per l’uomo è quello A.

Il rotavirus infatti è la principale causa di gastroenterite virale in soggetti in età infantile. Generalmente colpisce i bambini al di sotto i 5 anni e in particolar modo i neonati entro i 24 mesi di vita.

La stima diffusa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) parla di oltre 25 milioni casi sospetti ogni anno provocati dall’infezione di questo virus. Si registrano inoltre più di 2 milioni di ricoveri in ospedale a causa dei suoi effetti violenti. Nei Paesi in via di sviluppo questa malattia può purtroppo portare ad un elevato tassi di mortalità: la stima più impressionante riporta al 2004 con circa mezzo milione di bambini deceduti per questo virus e dalle gravi conseguenze provocate dalla malattia diarroica indotta dai patogeni.

In Italia, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) riporta come il 70% dei ricoveri per gastroenterite acuta siano causati dal rotavirus. Non sono esenti da contagio anche gli adulti, ma la malattia in loro si scatena in maniera meno aggressiva. Infatti il sistema immunitario più maturo consente agli adulti di superare l’infezione spesso senza preoccupanti sintomi.

Trasmissione del virus e sintomi

La trasmissione del virus avviene attraverso la via oro-fecale. Dato che il patogeno rimane stabilmente nell’ambiente è confermata anche l’infezione per via respiratoria, o per ingestione di cibo o acque contaminati o ancora nel contatto di oggetti infetti, come si presume sia avvenuto nel caso dei bambini di Lerici.

La cottura di cibi distrugge il virus: occorre dunque fare particolare attenzione a frutta, verdura e insalate, che non richiedono dunque di essere cucinati, se esposti ad ambiente contaminato o manipolati da soggetti già infetti. Generalmente la proliferazione del virus è più frequente in inverno e in primavera.

Il periodo di incubazione tipico è molto veloce. Già dopo 2 giorni dall’esposizione al patogeno il soggetto mostra i primi sintomi. Questi possono perdurare da un minimo di 3 giorni a un massimo di 8.

Gli effetti si manifestano subito con febbre, dolori addominali, diarrea, vomito, spossatezza, apatia e letargia. È importante contrastare la perdita di liquidi con un’opportuna reidratazione. La disidratazione diventa evidente con la secchezza delle fauci, della pelle, con gli occhi infossati, scarsa quantità di urina e assenza di lacrime nel pianto.

Terapie e vaccini

La disidratazione prolungata può portare anche alla morte, come spesso accade ai bambini colpiti dal virus nei Paesi più poveri in cui l’approvvigionamento di acqua è scarsissimo.

Il genitore che si accorge che il proprio figlio presenta i sintomi da infezione, primo fra tutti la diarrea, deve contattare il pediatra per una corretta terapia. L’ISS infatti spiega che se nei casi meno violenti il paziente riesce a superare l’infezione autonomamente, nella forma più acuta la malattia può provocare conseguenze molto gravi. In questi casi non è escluso il trattamento medico con ricovero ospedaliero.

Non esistono infatti farmaci specifici mirati a contrastare l’infezione da rotavirus. Gli esperti consigliano di bere molti liquidi e mangiare alimenti di facile digestione, come riso, crackers e banane. Il paracetamolo è indicato come supporto alla terapia per combattere l’infezione e attenuare i sintomi febbrili.

Dal 2006 sono arrivati sul mercato due vaccini orali contro i rotavirus. Uno di essi è stato sviluppato da un ceppo umano legato al sierotipo più comune, mentre il secondo è stato ottenuto rielaborando un ceppo bovino.

Entrambi sono stati testati e autorizzati dagli organi di settore ed escludono al 90% le complicazioni gravi dovute all’infezione. Circa l’80% dei casi studiati non mostra nemmeno episodi di diarrea di qualunque entità. Si tratta di un vaccino su base volontaria e fortemente raccomandato dai medici.