La recente ordinanza n. 19986 del 12 luglio 2023 emessa dalla Corte di Cassazione ha chiarito un punto cruciale nel processo della cessione del credito IVA: la necessità di notifica. In pratica, quando si cede un credito IVA, non basta notificarlo solo all’Agenzia delle Entrate, ma anche al Concessionario della Riscossione. Se ciò non viene fatto, la cessione potrebbe risultare inopponibile all’Amministrazione finanziaria.
Notifica cessione credito IVA: l’ordinanza nel dettaglio
Il cuore della sentenza ruota attorno alla corretta notifica nel contesto della cessione di crediti IVA. La Corte ha stabilito che, affinché una cessione del credito IVA sia considerata opponibile all’Amministrazione finanziaria, è fondamentale seguire un protocollo preciso. In particolare, l’atto di cessione deve essere comunicato sia all’Agenzia delle Entrate sia al Concessionario della Riscossione, rispettando quanto stabilito dagli artt. 69 e 70 del R.D. n. 2440/1923. Questo, in sostanza, implica che la cessione può avvenire solo tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata notarilmente, e senza la doppia notifica, l’atto perde efficacia.
Il cuore della questione si concentra sull’obiettivo delle leggi relative alla cessione del credito IVA: garantire l’efficienza, la chiarezza e la trasparenza nelle interazioni tra il Fisco e il contribuente. Ecco perché la sola notifica all’Agenzia delle entrate non è considerata adeguata: servirebbe anche una comunicazione al concessionario della riscossione per garantire gli interessi dell’erario, assicurandosi che non vi siano altre pretese finanziarie pendenti sul cedente.
Un punto chiave sottolineato dalla Corte, infatti, è che la notifica al concessionario della riscossione va oltre una mera formalità. Serve per proteggere interessi pubblici cruciali. Inoltre, nel caso in cui ci siano debiti pendenti nei confronti del cedente, la cessione del credito avrebbe effetto solo per gli importi che superano questi debiti.
Il caso in esame
Il contesto che ha portato a tale decisione proviene da una specifica situazione: una società aveva ceduto un credito IVA a una banca tramite atto notarile, notificando l’operazione solo all’Agenzia delle Entrate. A seguito di ciò, il rimborso fu erogato alla società originaria, nonostante la cessione del credito.
Dopo un ricorso della banca, le decisioni prese dalla Ctp di Venezia e dalla Ctr del Veneto avevano inizialmente dato ragione alla banca. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha ribadito la necessità della doppia notifica.
Doppia notifica cessione credito IVA: la normativa di riferimento
Oltre alle leggi precedentemente citate, l’Amministrazione finanziaria ha evidenziato il ruolo dell’articolo 1 del DM n. 384 del 30 settembre 1997. Questo specifica che per cedere un credito IVA chiesto a rimborso, l’atto deve essere autenticato notarilmente e, successivamente, notificato sia all’Agenzia delle Entrate sia al Concessionario della Riscossione competente, basandosi sul domicilio fiscale del cedente.
La decisione della Corte ha quindi rafforzato e chiarito un principio già previsto dalla legge: l’obbligo della doppia notifica. Non solo all’Agenzia delle Entrate, ma anche al Concessionario della Riscossione competente. Ignorare o dimenticare uno di questi passaggi può compromettere l’intero processo di cessione, rendendo l’atto nullo di fatto.
Il precedente
Non è la prima volta che la Corte si pronuncia su questa materia. Un riferimento significativo è l’ordinanza n. 1237/2020, in cui si stabilisce la stessa necessità di notifica al Concessionario del Servizio di Riscossione, sottolineando le conseguenze dell’omessa notifica.
Mancata doppia comunicazione della cessione del credito IVA: le conseguenze
In presenza di una cessione di credito IVA, i dettagli contano. Gli atti legali, come l’autenticazione notarile, e l’obbligo di doppia comunicazione sono indispensabili per ogni trasferimento di credito fiscale. L’inadempimento a questi requisiti non solo invalida l’atto, ma impedisce anche la sua opposizione all’Amministrazione finanziaria. Ciò significa che il cedente rimarrebbe il detentore legale del titolo, anche se, in pratica, sarebbe stato trasferito al cessionario.
In conclusione, la Corte di Cassazione ha sottolineato l’importanza di rispettare le procedure previste dalla legge per la cessione del credito IVA. Una singola notifica non fornisce le garanzie necessarie per l’interesse pubblico, specialmente quando si tratta di potenziali debiti pendenti. La doppia comunicazione, pertanto, rappresenta una misura essenziale per assicurare la chiarezza, l’equità e la legalità in queste operazioni finanziarie.