In Germania, la Corte dei Conti si scaglia contro il governo sulla gestione dei bilanci pubblici. Sotto la lente d’ingrandimento la promessa fatta dal ministro delle Finanze Christian Lindner di un pareggio di bilancio. Un impegno impossibile da mantenere secondo i magistrati contabili: per scoprire il perché è sufficiente analizzare i numeri dei conti pubblici.
Secondo la Corte dei Conti tedesca, infatti, il deficit del Paese nel 2024 ammonterà a 85,7 miliardi. Un parametro di gran lunga superiore a quello previsto dal Ministero delle Finanze, che ammonta a 16,6 miliardi.
L’esecutivo del cancelliere Olaf Scholz, finito sul banco degli imputati, ha almeno due progetti indigesti ai magistrati contabili. Il primo riguarda il fondo speciale per le Forze armate, il Bundeswehr, che potrebbe essere ampliato ad altri scopi oltre all’acquisto di armi e materiali. Per la Corte dei conti un simile ampliamento costituirebbe “una violazione del diritto” e sarebbe “inammissibile”.
Ma non è finita qui: i giudici contabili ipotizzano che il Ministero delle Finanze di Berlino possa aver spostato nei veicoli finanziari anche i 212 miliardi per la lotta ai cambiamenti climatici e la riconversione energetica. Un escamotage poco chiaro, allo scopo di nascondere il vero stato dei conti del Paese.
In Germania i bilanci nel mirino della Corte dei Conti, a rischio la normalità delle finanze pubbliche
I magistrati contabili ribadiscono l’importanza di tornare alla normalità delle finanze pubbliche. Nel 2024 si prevede che la spesa pubblica tedesca crescerà di 90 miliardi di euro rispetto al livello pre-pandemia del 2019.
Se si contano le spese dei ‘fondi speciali’, la distanza tra i piani per il 2024 e l’anno di riferimento scelto dal governo, il 2019, aumenta ulteriormente a 177 miliardi di euro.
A proposito del fondo speciale per le Forze armate, la Corte dei Conti lamenta l’assenza di una chiara separazione tra il bilancio ordinario del ministero della Difesa e questo fondo nel progetto di bilancio per il 2024. Secondo i giudici contabili si tratta di una forma di “finanziamento misto“, considerata “giuridicamente inammissibile“.
Il rischio è che, esauritosi il fondo speciale, i progetti per l’acquisto di armi e materiali possano tornare a gravare “notevolmente” e con “oneri aggiuntivi” sulle casse dello Stato.
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