Dresscode: la prima cosa che facciamo prima di uscire di casa è chiederci quale abito indossare. Ci hanno sempre insegnato che il nostro abbigliamento è un vero e proprio biglietto da visita, esprime la nostra personalità e rispetta standard sociali ben precisi. In vari ambienti, come quello scolastico o lavorativo, ci sono dei codici di abbigliamento, imposti e non, che tendiamo a seguire. Cos’è il dresscode? E’ un complesso di regole che definisce quale abbigliamento indossare a seconda delle occasioni, o dei luoghi. Una cravatta e un paio di scarpe da ginnastica possono infiammare il dibattito politico. Notiamo, così, che la cultura e la moda stanno cambiando le cose e portando le persone ad una maggiore flessibilità sull’abbigliamento a seconda delle occasioni.
Dresscode: perché nasce l’esigenza di rispettare determinate regole estetiche?
L’abbigliamento ha un potere comunicativo importante, veicola il proprio valore e riesce a condizionare l’impressione di sé sugli altri. L’abbigliamento casual ha preso il sopravvento, una tendenza partita dalle società tecnologiche della Silicon Valley, negli Stati Uniti dove predomina l’informità sul luogo di lavoro. Con l’obiettivo di attirare sempre più giovani e aumentare la produttività, la tattica di lasciare il proprio dipendente libero di esprimersi ha fatto tendenza.
Dresscode, pro e contro
Come tutte le cose, anche il dresscode ha i suoi pro e i suoi contro. Tra i vantaggi riconosciamo l’imposizione del decoro e, un’atmosfera seria e professionale che promuove il rispetto tra colleghi e persone, garantendo standard comuni. Ma può portare a rafforzare standard di
vestiario ormai obsoleti, non è sempre equo, può discriminare alcune minoranze culturali non permettendo di esprimere completamente la propria personalità.