Ha appeso gli scarpini al chiodo e si è già calato alla perfezione nel suo nuovo ruolo: collaboratore tecnico della Nazionale slovacca allenata da Calzona, per Marek Hamsik non c’è tempo di riposare. Ha le idee piuttosto chiare, ha già preso il tesserino da allenatore, la Licenza A, e si sta dedicando anima e corpo agli oltre 400 bambini della sua Accademy. Il sogno, innanzitutto, è quello di centrare con la sua Nazionale la qualificazione ai prossimi Europei e poi chissà che le strade del destino non lo riportino in Italia. A Napoli ha lasciato il cuore. Una città che lo ha fatto sentire da subito a casa, un popolo che lo ha amato e lo ama ancora e un club con cui ha scritto una pagina di storia. Intervistato dal Corriere dello Sport, Marek ha fatto un punto sul passato, il presente e il futuro con lo sguardo diretto verso la Serie A.

Il Napoli e la Nazionale, Hamsik riparte dalla panchina

Si chiude un capitolo, quello finora più importante della sua vita, e se ne apre subito un altro. Marek Hamsik ha terminato la sua carriera da calciatore, anche se all’appello manca la partita d’addio. “Può darsi la faccia al “Maradona”, ne ho parlato con De Laurentiis, capiremo rapidamente se ci sono le condizioni, perché i calendari così intasati non facilitano l’organizzazione” ha detto in una lunga intervista rilasciata alle pagine del Corriere dello Sport. Lì, proprio a Napoli, dove ha scritto la pagina più importante della sua vita da calciatore. Una delle ultime bandiere rimaste, anche se forse questo è un termine che nel calcio non si sa più. 520 presenze, ha superato Maradona e oggi sembra irraggiungibile per chiunque altro. Sarebbe bello chiudere ufficialmente davanti ai tifosi azzurri.

Ma se da una parte finisce l’Hamsik calciatore, dall’altra è già nato l’Hamsik allenatore. Neanche il tempo di pensarci e l’ex centrocampista si è già buttato a capofitto in questa nuova avventura. Collaboratore tecnico della Nazionale slovacca allenata da Calzona, un’occasione che Marek ha deciso di prendere al volo. “Sono qua per imparare e sono curioso di farlo, senza avere fretta. Venerdì ci giochiamo una partita importante con il Portogallo, una delle squadre più forti al mondo, che potrebbe metterci in condizione vantaggiose se riuscissimo a far punti”. L’Europeo è il primo obiettivo, il metodo migliore per imparare sul campo.

I suoi maestri e la Serie A

Ha chiuso la porta con il passato, Hamsik si è già trasformato in un mister. Si è scelto una strada difficile, ma in carriera ha avuto maestri importanti. “Se devo scegliere un allenatore dico Sarri, nonostante fosse molto impegnativo. Ci diceva tante cose, a volte mi chiedevo anche: ma perché? A cosa ci servono? Ci riempiva la testa, se posso usare una frase che può rendere bene il concetto. Aveva ragione lui, probabilmente” ha spiegato al Corriere dello Sport.

Gli occhi sono sempre puntati su Napoli. Ha ancora la sua casa e torna in città appena può. È rimasto uno dei primi tifosi del club azzurro e guarda con interesse la Serie A. Scudetto? Alla terza giornata di campionato non si può dire – ha continuato Marek – si rischiano figuracce, come ha insegnato il Napoli di Spalletti. Però l’Inter è partita molto bene, viene dalla finale di Champions, quindi ha consistenza e proverà a strappare il titolo al Napoli. Non dimentico Milan e Juventus, i valori delle squadre si conoscono, Garcia ha uomini di spessore, un progetto che va avanti ormai da un decennio, Osi e Kvara; però anche le altre sono attrezzate. Lobotka? Sapevo quanto valesse Stanislav, come calciatore e come uomo. Non mi sarei mai potuto sbagliare”.

L’avanzata dell’Arabia Saudita

A gennaio del 2019 il trasferimento in Cina. Un campionato e una strategia che in molti associano a quella dell’Arabia Saudita. Ma la Saudi Pro League si sta muovendo in maniera ancora più concreta e Hamsik non ha dubbi: “Mi sembra che si siano portati avanti, acquistano giocatori giovanissimi, riescono a portare da loro talenti insospettabili. Hanno la voglia di incidere in maniera possente e anche immediata. E se mi domanda, ma ci saresti andato? Rispondo di sì, senza alcuna ipocrisia. Non sono venale, ma certe proposte – pure per la loro portata professionale – non vanno ignorate” ha concluso l’ex centrocampista.