Lo cantiamo a squarciagola in occasione delle partite delle squadre azzurre eppure solo dal 4 dicembre del 2017 il Canto degli Italiani ha acquisito lo status di inno nazionale. Fu scelto come provvisorio il 12 ottobre del 1946 e tale rimase fino al 2017. Pochi lo conoscono per intero ma solo fino a “…siam pronti ala morte, l’Italia chiamò, sì…”. Proprio oggi, il 5 settembre del 1827, nasceva Goffredo Mameli, il patriota, l’eroe, il massone, che scrisse le parole del Canto degli Italiani custodite in una teca nella casa natale di Giuseppe Mazzini a Genova.
Patriota, massone, morto a 22 anni per il sogno risorgimentale
Sul portale storico della presidenza della Repubblica viene ricordato così: “Il 7 luglio 1849 muore a Roma Goffredo Mameli, autore del nostro Inno nazionale. Mameli lo scrive a Genova e si reca a Torino per presentare il testo all’amico e maestro Michele Novaro. Le note risuonano per la prima volta il 1 dicembre 1849 durante una grande adunata popolare promossa dai mazziniani. Mameli negli anni della faticosa conquista dell’unità d’Italia è il prototipo del giovane romantico che unisce agli ideali le azioni militari. Nel 1849 la Repubblica romana viene attaccata dai francesi accorsi in difesa delle truppe del Papa e sul Gianicolo i volontari si battono. Tra questi è Mameli, che il 3 giugno 1849 viene colpito alla gamba e muore pochi giorni dopo a soli 22 anni”. Da eroe.
Stefano Bisi