Esodate Opzione donna buone prospettive previdenziali nella riforma delle pensioni. Il governo Meloni non ha (ancora) aperto il dossier sulle pensioni e già si parla di contraddizioni, paletti, distorsioni sulla pensione donna. Molte donne sono preoccupate per il proprio destino previdenziale e hanno richiesto maggiori dettagli sulla pensione donna 2024. In particolare, la condizione di “esodate da Opzione donna” fa riferimento alle circa 20 mila lavoratrici che hanno perso il diritto all’uscita anticipata a 58 o 59 anni di età a causa delle modifiche restrittive inserite nella legge di bilancio, che hanno reso l’accesso a questa misura impossibile. Diamo uno sguardo da vicino alle previsioni previdenziali per le donne nel 2024.
Esodate da Opzione donna
Le prospettive previdenziali per le donne nel 2024 si offuscano, non tutto potrebbe essere assicurato, inclusa la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 58, 59 e 60 anni di età. L’amara sorpresa è stata anticipata da diversi esponenti della maggioranza politica durante l’importante evento annuale a Rimini.
Entro la fine del mese di settembre, la premier Giorgia Meloni dovrà annunciare i dettagli operativi della prossima manovra finanziaria, e le condizioni per le donne potrebbero non migliorare, nonostante molte già subiscano una riduzione del trattamento del 30 per cento per la sola richiesta di pensionamento con l’Opzione donna.
Inoltre, l’introduzione di ulteriori requisiti per il 2023 ha escluso dal contesto previdenziale oltre 20 mila lavoratrici, note come “esodate da Opzione donna”, che speravano di accedere alla pensione anticipata nel 2023.
Cosa cambia in Opzione donna nel 2023?
Nella legge di Bilancio, sono stati inserite diverse modifiche alla pensione anticipata per le lavoratrici che entro il 31 dicembre 2022 hanno perfezionato un accumulo contributivo di almeno 35 anni e un’età anagrafica di almeno 60 anni. È possibile ottenere una riduzione sull’età anagrafica prevista per l’accesso al trattamento anticipato, di 59 anni con un figlio e a 58 con due o più (il requisito anagrafico non è soggetto agli adeguamenti derivanti dalla speranza di vita).
I requisiti generali per l’accesso a Opzione donna nel 2023:
- assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità (articolo 3, comma 3, L. 5 febbraio 1992, n. 104), ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
- sono lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale; peraltro, in tale ultima ipotesi la riduzione massima di due anni del requisito anagrafico di 60 anni si applica a prescindere dal numero di figli.
Come cambia la pensione donna nel 2024?
La misura Opzione donna non ha trovato campo fertile con la nuova legislatura. Notevoli sono state le modifiche apportate alla misura rispetto al 2022. Nella prossima Legge di Bilancio si attende la proroga dell’Opzione donna con il ripristino dei requisiti e l’ampliamento della platea di beneficiarie.
Secondo numerosi esperti, il governo italiano sta valutando l’ipotesi di estendere la misura anche alle lavoratrici escluse nel 2023. D’altra parte, parliamo di una misura che secondo i requisiti precedenti ha permesso l’accesso alla pensione anticipata alle lavoratrici dipendenti a 58 anni di età e 59 anni di età per le lavoratrici autonome, con almeno 35 anni di contributi e l’opzione al calcolo contributivo sulla pensione.
INPS Opzione donna probabile ritorno al 2022, ecco come
Le parti sociali e diversi esponenti della maggioranza politica sperano nell’introduzione del ritorno di Opzione donna secondo i criteri in vigore nel 2022, ovvero 58 e 59 anni di età e 35 anni di contributi, se maturati entro il 31 dicembre 2021.
Tuttavia, sembra che questa proposta sia del tutto fuori discussione, considerata l’assenza delle risorse necessarie al ripristino delle condizioni di Opzione donna. Le ipotesi sulla misura Opzione donna sono diverse e vertono sull’abbattimento del requisito legato alla maternità e le condizioni fissate per la categoria lavorativa.
Con l’introduzione di un limite anagrafico unico per tutte le lavoratrici. Questo potrebbe essere il sistema per garantire il ripristino delle condizioni per il 2024. Si tratta di modifiche ai requisiti introdotti nel 2023 che permetterebbero alle esodate da Opzione donna di rientrare nella platea delle aventi diritto.
Come sarà la pensione nel 2024?
Il futuro della pensione anticipata per le donne potrebbe essere legato alla misura dell’Ape sociale in scadenza il 31 dicembre 2023.
È possibile che il governo, nel rinnovare la misura per il 2024, introduca nuove categorie di beneficiarie permettendo alle esodate da Opzione donna di rientrare nei requisiti per l’accesso all’anticipo pensionistico nel 2024.
Buone notizie anche per tutti coloro che hanno maturato 62 anni di età con 41 anni di contributi, è prevista la proroga della misura della Quota 103.