Dopo l’annuncio delle scorse settimane, arrivano le prime parole di Gianluigi Buffon in conferenza stampa come nuovo capo delegazione della Nazionale italiana. Da Coverciano, sventola perentorio l’orgoglio dell’ex portiere di Parma e Juventus, galvanizzato dal compito affidatogli dalla Federazione: “Sono molto felice, ringrazio tutta la famiglia azzurra e il ct per la grande fiducia che hanno riposto in me. Non era scontato immaginare che una figura come la mia potesse essere di miglioramento in un nuovo percorso. Sono orgoglioso e questo mi stimola. Torno in un ambiente che conosco bene anche in questa nuova veste. Il motivo del mio ruolo è quello di mettere un piccolo mattoncino per il nostro futuro”.
Buffon raccoglie il ruolo lasciato pochi mesi fa da Gianluca Vialli. Impossibile non rimarcare il ricordo dell’ultimo capo delegazione: “Il ricordo è immenso, avevamo un rapporto straordinario anche fuori dal campo e negli anni continuavamo a scambiarci le maglie. C’era condivisione totale con lui. Pensare di essere subito al suo pari sarebbe sbagliato, ognuno di noi ha un suo passato e un suo percorso attraverso cui matura e riesce a darsi delle risposte che da giovane non hai. Poter venire qui per riproporre Vialli sarebbe sbagliato perché non ne sono all’altezza. Io sarò quello che sono sempre stato”.
Italia, le parole di Buffon in conferenza stampa
Italia, le parole di Buffon in conferenza stampa. Dal Mondiale vinto nel 2006 alle ultime mancate partecipazioni degli azzurri alla kermesse. Buffon analizza il percorso a ritroso degli azzurri, palesando fiducia per il futuro: “Nonostante gli alti e bassi che storicamente l’Italia ha. Arriviamo da non qualificazione al Mondiale ma anche da vittoria all’Europeo. La verità sta nel mezzo. In questi giorni ho avuto la fortuna di stare vicino al presidente Gravina e al ct Spalletti con il suo staff. Ho sentito parlare di concetti, emozioni, valori che per me sono imprescindibili se si vuole arrivare a un obiettivo minimo, perché poi ci sono anche gli avversari da considerare. Ho la sensazione che l’Italia abbia trovato l’uomo giusto al momento giusto“.
Sul suo passato con la maglia della Nazionale, Buffon ha aggiunto: “Non ho rimpianti con la maglia azzurra. Fare gare d’addio è una cosa che non mi va perché malinconico, quando io chiudo devo pensare al futuro: si va avanti. È stato bellissimo, ora arriva una nuova avventura. Per quanto riguarda i giovani, è molto importante la conoscenza della storia per poterla apprezzare. Io sono nato e cresciuto il mito di Paolo Rossi, Zoff e gli azzurri dell’82, con i racconti di mio padre. Venire a Coverciano e vedere Riva per me era come vedere un monumento perché me l’aveva passato la mia famiglia. I giovani si possono appassionare così, oltre avendo una Nazionale bellissima e vincente”.
Buffon e i suoi eredi: “Siamo in buone mani”
Interpellato sui suoi possibili eredi, Gigi Buffon ha così commentato la nuova generazione dei numeri 1 in orbita azzurra: “Giovani portieri? Negli ultimi 3-4 anni vivaio è cresciuto molto: ce ne sono 5-6 di livello elevatissimo. Non parlo di Donnarumma che ormai è consacrato tra i primi al mondo. Tutti hanno fatto un percorso importante, da Vicario a Provedel e Meret, che ha aiutato il Napoli a vincere lo Scudetto. Falcone, Di Gregorio. Ce ne sono molti che stanno dimostrando affidabilità. Carnesecchi non sta giocando al momento ma il campionato è lungo. Questo ci fa ben sperare”.
Sull’addio di Roberto Mancini, il nuovo capo delegazione ha affermato: “Cosa volete che vi dica, hanno già parlato il presidente e il ct. È una scelta inaspettata alla quale però la Federazione ha dato delle risposte molto celeri e convincenti. Questa è la cosa che più interessa al mondo azzurro”.