La legge di bilancio 2024 non conterrà la tanto agognata riforma delle pensioni. La Manovra, finanziata probabilmente con 30 miliardi, si limiterà a delle misure provvisorie.
Riforma pensioni 2024: Quota 41 tramontata, Opzione Donna quasi
Alla Nadef, in arrivo a fine settembre, seguirà il Dpb, ovvero il documento programmatico di bilancio da inviare a Bruxelles.
Certamente tra i delusi ci saranno i leghisti: Quota 41 infatti rimarrà una chimera almeno fino al 2025. L’uscita dal lavoro uguale per tutti a prescindere dall’età anagrafica con 41 anni di contributi non è sostenibile, come ha ripetuto più volte il ministro dell’Economia Giorgetti.
La soluzione ponte è quella di prorogare di un anno Quota 103, come somma di 41 anni di contributi e 62 anni di età.
Per quanto riguarda invece Opzione Donna, la ministra del Lavoro Calderone e i sindacati vorrebbero allargare nuovamente la platea delle beneficiarie, ricomprendendo quelle lavoratrici che sono state escluse nel 2023.
Anche in questo caso però servono le coperture adeguate e finora il ritorno ai vecchi requisiti sembra fuori discussione, visto il costo troppo alto. L’unico modo per ripristinare i criteri in vigore fino al 2022, sarebbe quello di alzare l’età. L’ipotesi dunque prevedrebbe la possibilità di andare in pensione a 60 anni, anziché a 58, indipendentemente dal numero dei figli e della categoria lavorativa.
Ape Sociale
Alla conferma di Quota 103, il governo pensa di affiancare l’estensione dell’Ape Sociale cercando di ampliare la platea dei lavoratori che svolgono attività gravose e particolarmente usuranti.
Ma l’Ape sociale potrebbe anche assorbire Opzione Donna. Dato che il governo sa di avere a disposizione per le pensioni poco meno di 2 miliardi, starebbe pensando di unire queste due misure. In questo caso, oltre alle categorie fino ad ora previste per l’Ape ne verrebbe aggiunta un’altra: quella delle lavoratrici donne, che potrebbero ottenerla all’età di 60 anni, con un assegno un po’ maggiorato, fino a un massimo di 1500 euro lordi.