Per quanto tempo si è considerati neopatentati nel 2023? Una volta chi prendeva la patente non era sottoposto ad alcuna limitazione e poteva essere considerato esattamente come chi guidava la macchina da più tempo.

Oggi, invece la nuova regolamentazione, introdotta nel 2011, impone delle limitazioni per 3 anni ai neopatentati. Questo perché acquisiscano più esperienza alla guida sia per la propria sicurezza sia per quella degli altri.

Per quanto tempo si è neopatentati nel 2023: il nuovo Codice della Strada

Il nuovo Codice della Strada, introdotto il 9 Febbraio 2011, stabilisce infatti per quanto tempo si è neopatentati ovvero per 3 anni indipendentemente dall’età che si ha al momento del conseguimento.

Questo avviene perché guidare comporta una serie di responsabilità e di tecnicismi che si acquisiscono solo con un po’ di esperienza e di consapevolezza. Ecco perché, nei 3 anni successivi al conseguimento della patente, il neo guidatore deve sottostare ad alcuni limiti.

In questi 3 anni, in cui si viene considerati neopatentati si impara a guidare lungo le strade cittadine ma anche a gestire percorsi più complessi, come percorrere senza timore le strade statali o le autostrade, dove le auto sfrecciano più veloci. Inoltre, questo tempo è utile anche per scoprire le funzionalità della propria automobile e conoscere il mezzo che si guida.

Al termine di questo periodo la quasi totalità delle limitazioni decade e chi prima era considerato neopatentato verrà considerato ugualmente a tutti gli altri automobilisti.

Quali sono i limiti da seguire

Ci sono delle limitazioni imposte ai neopatentati, norme che, nel primo anno dal conseguimento della licenza di guida, sono particolarmente rigide.

La prima limitazione interessa il tasso alcolemico che per i neopatentati deve essere dello 0% durante tutti e tre gli anni. Superato il triennio, la legge consente un massimo di 0,5% grammi/litro nel sangue.

Oltre questo limite si è considerati in stato di ebbrezza e si può incorrere in sanzioni anche elevate. Si può anche subire la decurtazione di 10 punti sulla patente. Nel caso in cui mentre si guida il tasso dovesse superare lo 0,8% grammi/litro, si commetterebbe un reato.

Il secondo limite ha a che fare con la velocità, infatti un neopatentato in autostrada non può superare i 100km/h mentre sulle strade extraurbane i 90km/h.

L’ultimo obbligo dura solo il primo anno dopo il conseguimento della patente ed è relativo alla potenza del veicolo guidato. I neopatentati infatti non possono guidare veicoli con un rapporto peso/potenza superiore a 55kW per tonnellata.

Nel caso si guidasse un veicolo di categoria M1, ovvero destinato al trasporto di persone il limite di potenza massima non deve superare i 70kW.

Dal 2021 però queste limitazioni non vengono applicate se il neopatentato è affiancato da una persona che gli fa da istruttore. Ciò è però possibile solo se il soggetto in questione non ha più di 65 anni e risulta in possesso della patente di guida da almeno 10 anni.

Chi non rispetta tale regola rischia di essere punito col pagamento di una multa che va dai 160 ai 641 euro. Può essere inoltre, anche oggetto della sospensione della patente da 2 a 8 mesi.

Per chi, poco dopo il conseguimento della patente B decida di conseguire anche la patente C o D, le limitazioni in questione continuano ad essere in vigore e decorrono sempre dopo 3 anni dalla data di conseguimento della patente B.

Stesso discorso vale per il conducente che al momento del conseguimento della patente B, sia già titolare di quella A1 o A da più di 3 anni.

Devono inoltre, sottostare alle limitazioni di velocità e della potenza della vettura solo i titolari di una patente di guida rilasciata in Italia. Infatti i conducenti in possesso di patente di guida rilasciata in altri Stati possono circolare in Italia senza nessuna di queste due limitazioni.