Un migrante al contrario. E’ la storia di Alarico Rossi, senese doc, contradaiolo dell’Onda, che per coltivare il suo sogno ha lasciato la città dove è nato nell’86 per andare in Albania a fare il capo del dipartimento di scouting della nazionale di calcio albanese e analista dove è arrivato nel 2017 con Christian Panucci dopo le esperienze di Pisa, Livorno e Ternana.
Ha raccontato la sua storia a Gianluca Di Marzio: “Quando sono arrivato, qualcuno che filmava gli allenamenti veniva visto come un marziano. L’intuizione che ho avuto è stata quella di occupare una posizione che la federazione non aveva mai avuto. Il presidente mi ha sostenuto nella creazione del dipartimento di analisi e scouting. Un progetto che ha portato risultati su più livelli: nazionale maggiore, giovanili e anche nel campionato albanese. Sette squadre su 10 ora hanno un analista”.
Alarico Rossi, da Siena all’Albania per fare l’analista di calcio
Secondo Di Marzio “i miglioramenti in campo sono evidenti. Basta guardare la crescita del ranking negli ultimi anni: in quello Fifa sono 6 le posizioni guadagnate, mentre in quello Uefa 7 (ora è al 27esimo posto)” ma per Alarico Rossi “è un processo a cui serve tempo. La parte tecnologica ha portato la federazione ad avvicinarsi a realtà molto più potenti. La crescita è dovuta a tutto un movimento che si sta muovendo e ha cominciato a farlo quando ha preso consapevolezza di tutte le difficoltà“.
Ora l’Albania pensa ai campionati europei del 2024. A settembre ci saranno le prime due sfide dove la nazionale maggiore si giocherà l’accesso alla competizione. “Se i risultati ci daranno una mano, alla fine ne è valsa la pena di fare questi sacrifici” dice il migrante al contrario.
Stefano Bisi