È stato ucciso a coltellate per aver tentato di dare fuoco al bar in cui il figliastro era morto qualche settimana prima a causa di un malore: sarebbe questo il movente dell’omicidio che a Ferrara ha strappato alla vita il 42enne Davide Buzzi. Per la vicenda – in cui è rimasto ferito anche un giovane di 22 anni – sono stati fermati in due: sono accusati, in concorso, di omicidio volontario e tentato omicidio.
Omicidio di Davide Buzzi a Ferrara: ricostruito il movente
I fatti risalgono alla tarda serata di venerdì 1 settembre. Stando a quanto ricostruito finora, Buzzi si sarebbe recato insieme al cugino del figliastro nei pressi del bar Big Town di via Bologna, nel centro di Ferrara, per regolare un conto in sospeso. A bordo della sua Bmw c’era una grossa tanica di benzina: avrebbe voluto usarla per dare fuoco al locale.
Rinfacciava ai suoi titolari il fatto di non aver allertato in tempo i soccorsi che, nella notte tra il 12 e il 13 agosto scorso, avrebbero potuto salvare il ragazzo che aveva cresciuto come figlio, Edoardo, morto a 19 anni davanti agli occhi della fidanzata e dei suoi amici dopo aver accusato un malore proprio all’interno del bar. Secondo chi ha indagato sul caso, il giovane aveva assunto della cocaina, esacerbando, probabilmente, un suo difetto congenito al cuore.
Ma da allora il padre non si era dato pace: già da tempo, secondo gli inquirenti, minacciava i proprietari del bar e sembra che avesse anche tentato di aggredire l’uomo che accusava di essere il pusher di suo figlio, riuscito a salvarsi rifugiandosi in un locale e aspettando l’arrivo dei carabinieri, che avevano poi placato il 42enne. La vicenda dello scorso venerdì, invece, ha avuto un esito peggiore.
La ricostruzione del delitto
Arrivati nei pressi del locale, Buzzi e il nipote sarebbero scesi dall’auto con la tanica colma di liquido infiammabile ma, a un certo punto, si sarebbero imbattuti nei titolari, padre e figlio. Ne sarebbe nata una discussione particolarmente violenta, nel corso della quale il 42enne sarebbe stato colpito ripetutamente al collo e al petto – sembra con dei cocci di bottiglia e una chiave inglese -, finendo a terra inerme.
Quando il personale del 118 era arrivato sul posto, dopo la segnalazione di alcuni passanti, l’uomo era stato trasportato d’urgenza all’ospedale Sant’Anna di Cona e intubato, morendo poco dopo nonostante i tentativi fatti dai medici per salvarlo. Sembra che le sue condizioni fossero disperate e che, all’arrivo dei soccorsi, avesse il volto sfigurato dai colpi e diverse ferite sul corpo.
Il giovane che era con lui era riuscito ad allontanarsi e aveva aspettato in strada l’arrivo delle forze dell’ordine e dei sanitari. Poi anch’egli era stato soccorso. Sulla ricostruzione dell’accaduto gli inquirenti non hanno ormai dubbi: il 42enne, rimasto sconvolto dalla morte del figliastro, cercava vendetta. I titolari del locale, il 41enne Mauro Di Gaetano e il padre Giuseppe, di 69 anni, rimasti feriti in modo lieve, sono stati fermati con l’accusa di omicidio volontario e tentato omicidio.
A lungo, nelle scorse ore, sono stati ascoltati, permettendo agli investigatori di fare luce su quanto accaduto. Accaduto che ha sconvolto la comunità locale, che ora piange Buzzi e lo ricorda con affetto e commozione: venerdì, uscendo di casa, l’uomo avrebbe voluto mettere fine, in qualche modo, al profondo dolore che la perdita del figlio gli aveva procurato, cambiando per sempre la sua vita e rendendolo disposto a tutto, anche alla morte. Pur di fare giustizia.
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