Aumenti stipendi con il taglio del cuneo fiscale, bonus assunzioni e detassazione dei premi di produttività: in arrivo nella legge di Bilancio 2024 il pacchetto lavoro del governo che può valere fino a 13 miliardi di euro. L’intervento più corposo è quello sugli sconti contributivi che dovranno essere confermati per il prossimo anno per rendere più sostanziose le buste paghe dei lavoratori alle dipendenze.
E, ancora, la detassazione dei premi di produttività e la quota detassata dei fringe benefit, per i quali l’esecutivo cerca soluzioni per i lavoratori senza figli. Ampio il capitolo delle assunzioni: con il debutto del nuovo Supporto per la formazione e il lavoro, il governo punta a confermare i bonus sulle immissioni a lavoro dei giovani e delle donne in difficoltà. Con la fine del Reddito di cittadinanza, alcuni incentivi andranno calibrati sulla nuova indennità entrata a regime nella giornata di ieri, 1° settembre 2023.
Aumenti stipendi, bonus assunzioni e detassazione: in arrivo il pacchetto lavoro da 13 miliardi
Si prospetta la conferma degli aumenti degli stipendi e delle buste paga nel 2024 per effetto del taglio del cuneo fiscale per i lavoratori alle dipendenze. L’attuale sconto si applica sui contributi a carico dei lavoratori (sulla percentuale media del 9,19%), che consente un risparmio di versamenti pari al 7% per le retribuzioni annuali fino a 25.000 euro e del 6% per i redditi fino a 35.000 euro.
È questa la misura più costosa per la quale il governo dovrà reperire le risorse finanziarie necessarie. Il costo della conferma del taglio del cuneo fiscale varia tra i 9 e i 10 miliardi di euro, al netto dell’aumentato gettito di Irpef derivante dall’incremento della base imponibile per il minore carico contributivo in busta paga.
Attendono la conferma del taglio del cuneo fiscale circa 14 milioni di lavoratori alle dipendenze. Non confermare la misura significherebbe un taglio di stipendio di circa 100 euro al mese rispetto alle buste paga che i lavoratori stanno ricevendo tra luglio e dicembre 2023.
Taglio del cuneo fiscale, ecco come aumentano gli stipendi e le tredicesime nel 2024 e di quanto
Sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti il governo sta giocando anche la partita della detassazione delle tredicesime: l’intervento rientrerebbe nell’ambito della riforma fiscale e non in quella del taglio dei contributi del 6% e 7%. Sulla tredicesima del 2023 l’Istituto di previdenza è intervenuto per chiarire che lo sconto contributivo sarà del 2% e del 3%, al pari del taglio applicato nelle buste paga tra gennaio e giugno 2023. Il meccanismo segue le stesse regole sia nel caso di tredicesima versata in un’unica soluzione a dicembre che distribuita mensilmente in busta paga durante l’anno.
Più facile che la detassazione delle tredicesime per la riforma fiscale possa rientrare tra le misure del 2024: se venisse inserita nella prossima legge di Bilancio andrebbe a regime solo tra un anno. Per anticiparla al 2023 occorrerebbe un decreto ad hoc. La detassazione si applicherebbe prevedendo un’unica percentuale (probabilmente una flat tax del 15%), più bassa rispetto a quella prevista di norma.
Aumenti stipendi bonus assunzioni, ecco le novità in arrivo
Il pacchetto lavoro nella legge di Bilancio 2025 dovrebbe prevedere la detassazione al 5% dei premi di produttività (rispetto al 10%) per i lavoratori dipendenti con redditi entro gli 80.000 euro. La detassazione avrebbe come tetto di applicazione 3.000 euro, lo stesso applicato ai fringe benefit per i lavoratori con figli. Diversamente, per i contribuenti senza figli il governo potrebbe virare verso un tetto per tutti di 1.000 euro, rispetto ai 258 euro del limite di detassazione attuale.
Sconti contributivi e bonus sono previsti anche per le imprese e i datori di lavori che assumono giovani fino a 36 anni, donne in situazione di difficoltà e Neet. La prospettiva è quella di una conferma anche per il 2024 degli incentivi sulle assunzioni.