Non accennano a placarsi le polemiche intorno al bacio galeotto fra il Presidente della RFEF Luis Rubiales e la calciatrice Jennifer Hermoso durante i festeggiamenti per la vittoria del mondiale femminile della Spagna con la dura presa di posizione della FIFPro attraverso una nota sui social. Il sindacato internazionale di calciatori e calciatrici si esponde pubblicamente a favore della numero 10 iberica lamentando una situazione di discriminazione nel mondo del calcio diventata insostenibile. Rubiales non accenna a presentare le dimissioni nonostante la sfiducia della federazione e le pressioni dell’intero sistema calcio e politico. Anche il CT della rappresentativa maschile della Spagna Luis de la Fuente ha chiarito la sua posizione dopo aver applaudito il numero uno del calcio iberico in una recente dichiarazione durante l’assemblea della federazione.
La nota della FIFPro
Dopo l’assemblea generale straordinaria della federazione calcistica spagnola, la FIFPRO e i giocatori hanno chiesto un’azione disciplinare immediata contro il presidente della federazione Luis Rubiales per il suo comportamento durante la finale della Coppa del Mondo femminile FIFA. Il sindacato internazionale dei calciatori e delle calciatrici ha accolto con favore la decisione della FIFA di aprire un caso di etica e i passi compiuti a livello nazionale in Spagna, anche nei confronti della UEFA, organizzazione di cui Rubiales è vicepresidente, chiedendo l’avvio di un procedimento disciplinare.
Compagne di squadra della squadra spagnola vincitrice della Coppa del Mondo femminile, giocatori spagnoli che si sono dichiarati non disponibili per la convocazione della squadra iberica, le selezioni maschili e femminili della Svezia hanno annunciato pubblicamente il sostegno a Jennifer Hermoso come ultimat testimonianza di solidarietà dal mondo del calcio. Ora è arrivata anche la nota ufficiale della FIFPro.
La tua lotta è la mia lotta. La sua lotta è la nostra lotta. E ne abbiamo avuto abbastanza. Noi giocatori siamo più forti, più uniti e più determinati che mai. Chiediamo il cambiamento. Chiediamo di meglio. I sistemi ci stanno deludendo. La governance ci sta deludendo. La responsabilità sta fallendo. La discriminazione è profonda e si verifica a tutti i livelli. Il calcio deve rispondere e affrontare questo momento critico, non solo in Spagna, ma in tutto il mondo. Il calcio, senza di noi, non è niente. E stiamo guardando. Insieme. È ora, è finita.
La rettifica del CT spagnolo
Durante il discorso di Luis Rubiales in Federazione dove provava a discolparsi dalle accuse di discriminazione, le telecamere hanno intercettato l’allenatore della nazionale maschile delle Furie Rosse Luis de la Fuente intento ad annuire e applaudire le parole del numero uno del calcio iberico. Un comportamento che ha scatenato l’ira dei tifosi fino alla spiegazione arrivata durante una conferenza stampa del CT in cui spiega quanto accaduto.
Vista l’attenzione data ai miei applausi in assemblea, voglio spiegare la situazione vissuta lì. Ho ricevuto dure critiche, del tutto meritate. Me ne scuso. Sono fatti ingiustificabili. Sono andato in assemblea convinto che ci fosse l’addio a un presidente e lui ha fatto l’esatto contrario. Questi gesti non rappresentano i miei valori né il modo di agire nella vita. Sono sempre stato i per l’uguaglianza e il rispetto. Nei miei 26 anni da allenatore ho ha sempre avuto un comportamento impeccabile. Né Jenni né il resto dei suoi compagni di squadra sono responsabili di ciò che è accaduto dopo la finale della Coppa del Mondo. Vorrei voltare pagina e parlare ancora di calcio.
Quasi tutti i lavoratori della Rfef sono andati lì pensando di assistere alle dimissioni di un presidente e abbiamo trovato qualcosa di totalmente diverso. Non è stato facile da digerire, era una situazione che va oltre le mie capacità. Non mi sono sentito tradito da Luis Rubiales, ma sono arrivato pensando che sarebbe stata un’assemblea di dimissioni e siamo rimasti scioccati quando abbiamo visto che non era così. Non devo dimettermi, devo chiedere scusa. Ho commesso un errore, un errore umano imperdonabile. Se potessi tornare indietro, non commetterei più quel gesto. Ho l’appoggio dei presidenti territoriali e quello della Rfef, se non avessi avuto questo appoggio non c’è dubbio che non sarei qui. Considerando quello che ha detto Yolanda Díaz, rispetto la sua opinione.
Io sono dalla parte dell’uguaglianza e del rispetto. Dobbiamo tutti migliorare in termini di uguaglianza e io sono il primo. Finita l’assemblea ho incontrato lo staff tecnico fino alle prime ore del mattino e anche sabato. Non mi sono riconosciuto nel comunicato, in quel momento mi sono sentito a disagio per la fermezza il comunicato trasmetteva