Su questa Venezia 80, edizione 2023 della Mostra del Cinema di Venezia, incombe costantemente lo sciopero di sceneggiatori e attori in corso a Hollywood, con Francesco Rutelli, presidente dell’Anica, che sottolinea quanto la vicenda sia seria e commenta i possibili rischi di una diffusione delle proteste anche in Italia.
Venezia 80 e lo sciopero di Hollywood, Rutelli (Anica): “Major devono prendere sul serio la questione”
È un’edizione segnata da continue incognite, quella di questo 2023 della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Ogni giorno, pubblico e stampa si interrogano su quale personalità del cinema internazionale sarà presente o, al contrario, darà forfait al Lido.
Origine di questa inconsueta incertezza, inutile dirlo, è lo sciopero di sceneggiatori e attori in corso a Hollywood, che ha spinto molti film, professionisti e celebrità a non esser presenti in Laguna a sostegno delle richieste dei manifestanti.
Dopo le parole pronunciate finora sulla questione dal presidente della giuria del Concorso Damien Chazelle nella conferenza di apertura (“Molti artisti avrebbero voluto essere qui e stanno passando momenti molto difficili, dobbiamo ricordarcene“), cui hanno fatto seguito quelle durissime di Adam Driver, protagonista di Ferrari di Michael Mann, arrivano adesso quelle di Francesco Rutelli.
Il presidente dell’ANICA (Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive Digitali), raggiunto dall’inviato di Tag24 Thomas Cardinali, ritiene che la questione sia molto seria e sottolinea la difficoltà in cui si trovano gli Studios hollywoodiani, che forse l’avevano sottovalutata.
“I grandi leader delle Major americane si sono visti ‘sbattere la porta in faccia’ dagli attori. Questo dimostra quanto sia complicata la partita e quanto gli Studios debbano prenderla sul serio”.
Sciopero di Hollywood e le possibili ricadute sull’Italia
Quanto sta accadendo negli Stati Uniti rischia di avere ripercussioni anche in Italia. Associazioni come i 100Autori e WGI – Writer’s Guild Italia hanno, infatti, inviato una lettera alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in merito alla questione dei compensi non adeguati da parte dei colossi dello streaming.
Sulla possibilità che lo sciopero possa esplodere anche nel nostro paese, come rischiato qualche mese fa con lo sciopero dei doppiatori, Rutelli ritiene che il dialogo sia aperto e si dice ottimista, pur lasciandosi un margine di prudenza.
“In Italia abbiamo uno stadio molto avanzato del dialogo tra le parti sociali e una prima intesa sottoscritta prima delle vacanze, ma bisogna essere prudenti, in attesa che si riuniscano le associazioni dei produttori e degli attori. Siamo pronti a confrontarci ma non sono pessimista“.
Pur consapevole delle difficoltà che lo sciopero dei professionisti di Hollywood comporta per il cinema internazionale, Rutelli intravede in esso una possibilità per il nostro cinema di migliorarsi e farsi valere.
“[Lo sciopero è] una criticità perché sicuramente diminuiranno alcuni prodotti, dunque speriamo che si arrivi a un accordo. Tuttavia, se questo non dovesse avvenire, la nostra industria deve impegnarsi a produrre meglio e di più, guardando al pubblico internazionale, sia in sala, sia sulle piattaforme e su tutte le altre possibilità di crescita di sistema. Dobbiamo ricordarci di far parte del mondo, senza guardare solo all’interno dei nostri confini ma essendo, allo stesso tempo, orgogliosi dei nostri prodotti e della nostra qualità”.