Povere Creature è il primo colpo di fulmine di Venezia 80, ennesimo film straordinario in cui Yorgos Lanthimos collabora per la quarta volta con Emma Stone che diventa musa di una fiaba nera, gotica, ma quasi caladeoscopica sull’umanità contemporanea. Un film che ci ha convinto sin dalle prime sequenze e che segna, semmai ce ne fosse bisogno, la consacrazione per l’autore già premiato al Lido con “La Favorita”.

Povere Creature a Venezia 80, la recensione con le impressioni sul film

Il cineasta greco prende il testo letterario e lo plasma a suo piacimento, creando dei mondi onirici in cui musica fotografia sono pennellate perfette e di supporto all’interpretazione di un cast eccezionale. Emma Stone prenota un’altra nomination all’Oscar, la sua Bella è la fotografia del mondo in cui viviamo e riesce a rendere sullo schermo ogni sua sfumatura prima con innocenza e poi con drammatica consapevolezza.

Il film parte in bianco e nero per una chiara scelta stilistica dell’autore che vuole mostrare come la vita in quel momento sia chiusa, quasi sconosciuta per tutti gli interpreti in scena dove spicca un maestoso Willem Defoe.

Man mano che l’opera scorre il colore esplode in modo sgargiante a Lisbona, così come la vita della protagonista che in una sorta di esperimento viene mostrata intenta in gesti e azioni che ognuno di noi se vivesse da bambino nel corpo di un adulto sarebbe in grado di compiere. Ma ne rappresenta anche una straordinaria verità che nel tempo viene persa, muta, tornando a dei toni oscuri nella città finale a Parigi. Il viaggio che Lanthimos dipinge per noi è una perla di rara bellezza, un’accettazione dove ognuno di noi deve guardarsi indietro per arrivarci con pienezza.

TAG24 ha incontrato solo il cineasta greco al Lido, purtroppo a causa sciopero degli attori americani  era assente  Emma Stone.

Il video di Lanthimos e l’incontro con lui

Yorgos Lanthimos si dice subito dispiaciuto di essere a Venezia 80 senza la sua protagonista, che è stata molto importante anche nella genesi dell’opera: “Emma è stata coinvolta sin dall’inizio, anche mentre giravamo La Favorita ne avevamo parlato e lei entusiasta. L’ho tenuta al centro delle idee su come disegnare questo mondo e l’ha aiutata a mantenere questa performance. Era con lei ed è stata parte di ogni decisione”.

“Lo descriverei come un film difficile da raccontare, ci sono stati film unici ed eccezionali in passato ma effettivamente pochi come questo”, sottolinea con un sorriso il greco che poi spiega “Abbiamo dovuto cambiare un po’ la struttura del romanzo. Il personaggio di Bella mi è piaciuto più di qualunque altro abbia portato sullo schermo  perché non era senza vergogna. Ho amato l’essenza del romanzo che è presente nel film. Lei partiva da Glasgow con un dottore, noi invece da Londra”.

Un fil rouge che con tutte le differenze del caso nella messa in scena unisce il testo con il film di Lanthimos: “Il tema presente nel film e nel libro credo sia il racconto della nostra contemporaneità; parlare di libertà, il modo in cui percepiamo e vediamo il mondo, la posizione della donna e dell’uomo nella società. Tutto questo è ancora molto contemporaneo e le cose sono cambiate poco per le donne e con tutti i nuovi strumenti che abbiamo è davvero strano che non ci sia stato un cambiamento rispetto agli anni ‘90. Trovo che la forma di romanzo gotico e storia d’epoca sia diversa, ma i temi sono di oggi”.

La genesi delle location

Presente in sala anche lo scenografo James Pryce, che ha contribuito a costruire i mondi di Povere Creature: “Abbiamo girato l’Europa per trovare una città ideale per fare il film, Yorgos voleva costruire tutto ex novo e abbiamo scelto Budapest con uno staff che potesse aiutarci. Avevamo delle ambizioni per creare un mondo di grande portata. A tre quarti dello staff eravamo diventati così grandi che c’erano tante persone con più lavori, non penso che fuori da Londra avremmo potuto trovare un altro posto del genere. Tutto il lavoro è stato incredibile. Le città sono tutte state ricostruite: Londra, Parigi e Lisbona sono state ricostruire da zero”.

Il regista aggiunge della bellezza di aver lavorato nella capitale ungherese : “Ci siamo divertiti tantissimo a Budapest, mi mancavano i luoghi però ad un certo punto ti stanchi anche di girare i film. Volevamo fare qualcosa di diverso sulla fotografia non annoiandoci, questo film poi chiedeva di costruire un mondo abitabile per Belle che non poteva essere quello che conosciamo. Dovevamo adattarlo ai suoi occhi, aggiungendo tutti questi elementi e questo già si presta a girare in un certo modo”.

Yorgos Lanthimos risponde in maniera piuttosto precisa sulle scene di nudo che hanno visto protagonista Emma Stone, mai così esplicite nella carriera della premio Oscar di “La La Land”: “La libertà doveva essere su tutto, anche sulla sessualità. Non volevo fare un film esageramente forte ed Emma non si vergogna della nudità del suo corpo. La cosa fantastica del nostro rapporto dopo 4 film insieme è proprio comunicare senza doverci spiegare tutto con le parole. È stata un’esperienza straordinaria perche benché lavorissimo in studio mantenevamo la stessa atmosfera di esperienze precedenti con i luoghi con luce naturale. Questo ci ha permesso di avere tre persone al massimo nella stanza durante le scene”. Il regista racconta di essersi affidato anche ad un professionista che sta prendendo sempre maggior peso nelle produzioni di Hollywood: “Abbiamo creato un ambiente davvero di fiducia, con l’ausilio di un coordinatore di intimità molto bravo. Lei ha reso tutto molto più semplice,gli attori  in tutte le scene di sesso hanno provato riuscendo a sentirsi a loro agio. Abbiamo deciso con Emma di improvvisare all’ultimo anche le posizioni sessuali per renderla una rappresentazione abbastanza completa dei desideri umani. Era importante far parte del film senza vergogna, vi dirò che è stato anche in alcuni momenti molto divertente”.

I costumi  nel film decisivi per la personalità 

Holly Waddington costumista del film è stata fondamentale per trasmettere allo spettatore i cambiamenti di Bella: “È stato quasi un puzzle mettere tutti i pezzi insieme, un viaggio guidato dalla drammaturgia e dai costumi. Comincia quando lei è a casa con un abbigliamento da ragazzina, quando poi si libera e lascia la casa non ha piu nessuno che la veste ed indossa un abito da viaggio facendo sesso in albergo con una gonna molto diversa. Lei cammina in mezzo alla gente indossando un abito vittoriano con il corsetto. Lei non pensa a come indossare l’abito, lo fa e basta. Quando indossa un abito formale vede la povertà scioccante per lei, a quel punto inizia un percorso”.