Nelle scorse ore i carabinieri della compagnia di Pomezia hanno tratto in arresto l’uomo sospettato dell’omicidio di Sandro Epifano, il 53enne trovato in fin di vita nell’androne di un palazzo popolare di via Singen lo scorso 27 agosto. L’ipotesi è che possa avergli teso un agguato. Il motivo? Forse un affare di droga finito male.
Omicidio di Sandro Epifano a Pomezia, preso il presunto killer: è il 39enne L.S.
Per giorni le dinamiche della morte di Sandro Epifano a Pomezia sono rimaste un mistero. Il 53enne, soprannominato “Furgone” per via del mezzo con cui spesso girava la città, era stato trovato in fin di vita all’altezza del civico 38 di via Singen, una zona particolarmente frequentata da spacciatori, con una profonda ferita alla schiena, morendo poco prima di arrivare in ospedale.
Si era pensato che fosse stato accoltellato al culmine di una lite scoppiata per questioni personali; poi qualcuno, un residente dello stabile coinvolto, aveva raccontato agli inquirenti di aver sentito il rumore di “un petardo”, qualcosa che scoppiava, la notte del delitto. L’autopsia aveva confermato che l’uomo era deceduto dopo essere stato raggiunto da un proiettile, mai uscito dal suo corpo.
Quando è stato trovato non aveva con sé i documenti, ma i militari erano comunque riusciti ad identificarlo perché alle spalle aveva piccoli precedenti. Col passare dei giorni era stata avanzata l’ipotesi secondo cui potesse essere stato attirato in una trappola e ucciso da un “rivale”, qualcuno che lo conosceva e che lui doveva conoscere.
Nelle scorse ore i carabinieri della compagnia di Pomezia e del nucleo investigativo di Frascati hanno tratto in arresto un sospettato, un 39enne di nome L.S.: potrebbe essere stato lui a sparargli, per regolare un conto di droga.
La ricostruzione del delitto e il possibile movente
Stando a quanto ricostruito finora, il presunto killer avrebbe chiesto a Epifano un appuntamento per parlare di un affare legato all’attività di spaccio finito male. Nel corso dell’incontro, interpellata su quanto accaduto, la vittima non avrebbe saputo fornire al suo interlocutore una spiegazione convincente.
Per questo lui gli avrebbe sparato. Poi, con l’intento di depistare le indagini, gli avrebbe rubato i documenti. Un modo per rallentare gli accertamenti, guadagnare tempo. Ora si trova nella casa circondariale di Velletri. Nelle prossime ore il gip dovrà decidere se covalidargli il fermo. Sembra che a suo carico ci siano gravi indizi di colpevolezza.
Uomo trovato morto in un carrello a Roma
A Roma si indaga anche sulla morte dell’uomo trovato senza vita in un carrello della spesa a pochi passi da un palazzo occupato al confine tra San Basilio e Prenestino, in periferia. Si tratta di un cittadino sub sahariano non ancora identificato. Secondo gli inquirenti sarebbe stato ucciso con un’arma da fuoco nelle palazzine di via Cesare Tallone e poi abbandonato all’incrocio con via Raffaele Costi, dov’è stato ritrovato e dove, in seguito alla segnalazione di alcuni passanti, i soccorsi intervenuti avevano provato a rianimarlo, senza successo.
Una vicenda che a molti ha ricordato quella della 16enne Michelle Causo, il cui corpo fu trovato – avvolto in un sacco nero – in un carrello abbandonato affianco a dei cassonetti dell’immondizia a Primavalle. I fatti risalgono al 28 giugno scorso. Per la sua morte è finito in carcere e ha confessato un suo amico, O.D.S. Secondo gli inquirenti l’avrebbe uccisa a coltellate all’interno del suo appartamento – per motivi ancora da chiarire – e poi avrebbe cercato di disfarsi del cadavere.