Debito col fisco: si potrà dire addio all’Agenzia delle Entrate – Riscossione? Davvero si chiude l’epoca delle cartelle esattoriali? Ci sono momenti in cui bisogna agire con coraggio, avere l’impeto di rivoluzionare un meccanismo obsoleto che pende paurosamente sulle spalle dei contribuenti. Stiamo vivendo un passaggio storico, per molti aspetti, irripetibile.

Nell’ultimo semestre è stata attivata la Rottamazione quater delle cartelle esattoriali, è stato posto un freno al Reddito di cittadinanza (a un passo dall’archivio), è stata implementata la programmazione per la realizzazione dei progetti di crescita del Paese, è stata dichiarata la presenza di uno Stato attento verso i bisogni del popolo.

Eppure, esiste il forte sentore che i problemi per la realizzazione degli interventi decisivi a riequilibrare il sistema ferruginoso della Riscossione siano più dannosi della cura. Vediamo insieme come cambia la gestione delle cartelle esattoriali e quali rischi corrono i contribuenti.

Debiti Agenzia delle Entrate – Riscossione

 La riforma del fisco non lascerà indietro multe, tasse, cartelle e molte altre pendenze. Le novità correlate a tale riforma prevedono un cambiamento quasi epocale. Partiamo dal presupposto che i primi cambiamenti della riforma del fisco riguarderanno il cambio degli scaglioni dell’IRPEF che da 4 passano a 3.

La vera rivoluzione dovrebbe investire l’Agenzia delle Entrate – Riscossione, in particolare è possibile che venga modificata la gestione della riscossione delle cartelle esattoriali, purtroppo non a vantaggio dei contribuenti.

Innanzitutto, è importante capire che quando non viene regolarizzata una tassa, multa o imposta, all’importo dovuto vengono aggiunte altre spese dovute alla notifica, sanzioni e interessi applicati dall’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

In sostanza, l’Ente impositore iscrive a ruolo la cartella esattoriale, che ricordiamo essere un titolo esecutivo di pagamento la cui mancata regolarizzazione può far scattare l’aggravio di spese e la procedura di confisca, il fermo amministrativo e il pignoramento.

Dalle cartelle esattoriali al prelievo diretto dal conto corrette

 Il governo italiano intende superare il metodo correlato alla riscossione delle cartelle esattoriali per renderlo più elastico e veloce e, in molti casi, attivare una procedura che vada sempre a buon fine.

Nella delega fiscale è presente un articolo di legge che prevede la cessazione dell’affidamento di un credito all’Agenzia delle Entrate – Riscossione.

Si tratterebbe di un passaggio che renderebbe il processo di riscossione molto più rapido. In sostanza, in caso di mancata regolarizzazione della cartella, si attiverebbe il prelievo automatico dal conto corrente.

Attualmente, la procedura sul conto corrente non sempre viene centrata o va a buon fine, mentre se passa la riforma, il pignoramento verrebbe effettuato nel momento in cui sono presenti risorse sufficienti sul conto, nella misura e nei termini dettati dalla legge sul pignoramento di stipendi e pensioni.

Cosa succede se non pago l’Agenzia delle Entrate Riscossione?

 Dalla notifica delle cartelle esattoriali si dispongono di 60 giorni di tempo per regolarizzare l’importo dovuto. A tale importo vengono aggiunti interessi, oneri, sanzioni, aggio e altre spese.

L’Agenzia delle Entrate – Riscossione, se non riceve alcun pagamento per la regolarizzazione delle cartelle esattoriali, può intraprendere azioni cautelari, come ad esempio fermi amministrativi e ipoteche, e azioni esecutive, come ad esempio il pignoramento.

Cosa non ti può pignorare l’Agenzia delle Entrate – Riscossione?

I beni non pignorabili sono quelli individuabili come necessari o indispensabili per svolgere le azioni di mangiare, dormire e lavorare. Si tratta di disposizioni normative legate alla tutela della dignità del debitore.

Dall’Accertamento esecutivo senza cartella esattoriale al pignoramento: è tutto un attimo

Il Governo italiano intende contrastare attivamente l’evasione fiscale introducendo diversi cambiamenti al sistema. L’obiettivo è intervenire ancor prima che si manifesti, un passaggio indispensabile che ridurrebbe drasticamente il numero delle cartelle esattoriali da emettere.

Uno scopo raggiungibile attraverso l’estensione dell’accertamento esecutivo slegato dalla cartella esattoriale. Questa particolare caratteristica potrebbe essere applicata anche agli avvisi bonari; anche in questo caso, la cartella esattoriale assumerebbe un ruolo marginale.

L’altro aspetto da considerare riguarda i tempi delle notifiche delle cartelle di pagamento. La riduzione del periodo tra notifica e iscrizione a ruolo del debito è un passaggio che comporta tempi lunghi; secondo le nuove direttive, questo passaggio dovrebbe essere realizzato in almeno 9 mesi a partire dall’iscrizione a ruolo. Ridotti questi tempi, con l’omesso pagamento si avvicina il prelievo forzoso dal conto corrente.