Come andare in pensione senza aver mai lavorato? Quali sono le soluzioni previste? Il desiderio di ottenere una pensione può sembrare irraggiungibile per coloro che non hanno mai avuto la possibilità di accumulare contributi. Tuttavia, esistono diversi modi, sanciti dalla legge, per accedere alla pensione anche con scarsa o assente contribuzione. Scopriamo come.
La pensione di vecchiaia, secondo le leggi attuali, può essere richiesta al compimento dei 67 anni. Si prevede che tale età potrebbe subire un incremento nel 2023, in base all'aumento dell'aspettativa di vita calcolato dall'Istat. La normativa stabilisce, inoltre, un minimo di 20 anni di contribuzione per questa pensione, ma ci sono alcune eccezioni.
Esistono varie misure pensate per chi non ha potuto accumulare molti anni di contributi. Tra queste:
Le normative di riferimento delineano tre casi specifici che permettono di ottenere la pensione con solo 15 anni di contributi versati.
Questa forma di pensione si rivolge a chi ha meno contributi versati prima del 1995, ma è iscritto alle casse previdenziali gestite dall'Inps. I requisiti per questa pensione includono:
Se parte dei contributi è stata versata prima del 1996, ci sono altre opzioni disponibili.
L'assegno sociale è una prestazione erogata dall'Inps per chi non ha diritto a una pensione tradizionale. Si tratta di una forma di sostegno economico per chi, avendo raggiunto l'età pensionabile, non ha contributi sufficienti o altre fonti di reddito.
L'età minima per poter richiedere l'assegno sociale è di 67 anni. Questa soglia è stata elevata rispetto ai precedenti 65 anni a seguito di modifiche legislative legate alle aspettative di vita.
Inoltre, è fondamentale essere residenti in Italia per accedere a questo beneficio. Tuttavia, non basta solo l'età: bisogna anche rispettare determinati limiti di reddito, aggiornati annualmente. Nel 2023, ad esempio, il limite è fissato a 6.542,51 euro per i single e 13.085,02 euro per le coppie.
L'importo dell'assegno viene determinato sottraendo al limite massimo il reddito personale del richiedente. Così, una persona con un reddito di 2.000 euro riceverebbe un assegno annuo di 4.542,51 euro.
Oltre all'assegno sociale, esiste un altro tipo di sostegno economico per chi, a causa di problemi di salute, ha difficoltà lavorative.
Si tratta della pensione di invalidità civile, destinata a chi, pur non avendo raggiunto i 67 anni, ha comprovate difficoltà lavorative a causa di problemi di salute. La pensione viene erogata tenendo conto sia delle condizioni economiche che di salute del beneficiario.
È importante distinguere tra la pensione di invalidità civile e l'assegno ordinario di invalidità o la pensione di inabilità previdenziale. Quest'ultima, ad esempio, richiede almeno 5 anni di contributi.
Al raggiungimento dei 67 anni, la pensione di invalidità civile cessa di essere erogata, ma si trasforma automaticamente in assegno sociale.
Chi non ha mai avuto un lavoro regolare o ha lavorato senza aver mai versato contributi può comunque accedere a sostegni economici.
Le persone che svolgono lavori domestici non retribuiti possono versare contributi in un apposito fondo previdenziale.
Gli iscritti al Fondo casalinghe, che versano contributi per almeno 5 anni, possono accedere alla pensione di inabilità lavorativa o alla pensione di vecchiaia a 57 anni. Se non raggiungono il minimo contributivo di 5 anni, le quote versate non sono rimborsabili.
È essenziale che gli iscritti al fondo non abbiano altre forme di reddito da lavoro. Tuttavia, possono iscriversi lavoratori part-time e coloro che percepiscono una pensione di reversibilità.