Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A, è intervenuto nella trasmissione “Ferrero non solo Sport” in onda dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 11 su Radio Cusano Campus (www.radiocusanocampus.it). Il fischietto originario di Latina ha detto la sua opinione sulla questione connessa alla valutazione degli arbitri dei campionati professionistici e alla penalizzazione che subisce chi impiega il Var anche in maniera e misure correttive rispetto agli eventuali “abbagli” presi.

L’intervento di Gavillucci a RadioCusanoCampus

L’arbitro Gavillucci ha parlato a Radio Cusano Campus assieme all’ex presidente blucerchiato Massimo Ferrero dell’arbitraggio di Sampdoria-Napoli nel 2018 soffermandosi su un particolare episodio: “Il presidente Ferrero mi ha visto all’opera ma veramente all’opera tanto che l’ho citato nel mio libro, perché in quel 2018 è merito di Ferrero se i tifosi hanno smesso di fare quei cori (la partita era Sampdoria-Napoli, n.d.r.). Il merito è stato suo”. L’ex presidente blucerchiato ha commentato: “Se ricordi sono sceso in campo e ho preso tanti insulti”. “Sputi e insulti, me lo ricordo benissimo, e negli spogliatoi ce lo siamo detto” ha ribadito Ferrero.

L’importanza della arbitro

I tifosi devono sapere una cosa; che non c’è partita senza arbitro” ha rimarcato Massimo Ferrero nel corso della trasmissione “Dietro una partita ci sono degli addetti ai lavori, c’è un’organizzazione, ci sono delle programmazioni. Lo sapete che gli arbitri partono e si fanno anche 10 ore di treni, macchine? E arrivano lì avendo una responsabilità. Noi siamo rimasti ancora a…arbitro cornuto! E’ cambiata un’epoca, al punto che pure sull’utilizzo del Var c’è stata una discussione”. Gavillucci ha poi detto a Ferrero: “Ci tenevo a ringraziarti perché poi mi hanno fermato e non c’è stata più la possibilità. Quando ho interrotto quella partita, temevo il peggio perché le cose sono imprevedibili. In Italia dovevano trovare uno cui dare la colpa e l’anello debole della catena è l’arbitro. Ho visto la curva che scendeva e ho pensato: ora succede un casino!

La risposta di Ferrero

L’ex presidente della Samp Ferrero ha risposto così ai ringraziamenti da parte di Gavillucci: “Mi sono preso oneri e onori, in quella circostanza. Ho preso schiaffi e insulti e un bambino di 8 anni mi ha tirato una bottiglietta. Sono andato in trasmissione e ho difeso il tuo operato: ditemi se per quattro scappati di casa ci devono squalificare il campo. Fosse mai accaduto! Ancora oggi me ne dicono di tutti i colori”.

La questione Var

Tra gli argomenti toccati nel corso della trasmissione c’è anche la questione Var. Ferrero è infatti intervenuto dicendo: “Var sì, Var no. Oggi scopriamo che tanti arbitri, per presunzione, pensavo io, non utilizza il Var. E scopriamo perché, nonostante sia una categoria preparata, specializzata. Fui preso a parolacce per aver difeso la categoria tanto che su Twitter mi aveva ringraziato l’allora presidente degli arbitri“. Gavillucci invece ha parlato in questi termini della Var:

“Devo fare due premesse. La prima: è un argomento complesso tanto che non sono riuscito forse a chiarire la situazione con 200 pagine di libro. E la seconda è: sgombriamo il campo che il Var sia uno strumento inutile. Il Var oggi, nell’era moderna, è indispensabile: poi che ci siano situazioni nelle quali va migliorato il suo utilizzo siamo tutti quanti d’accordo perché è uno strumento in fase di sperimentazione. Ma sulle cose oggettive, dove non c’è discrezionalità arbitrale: fuorigioco di un centimetro, gol non gol, la palla è entrata di un centimetro, è indispensabile. Immaginate di dover perdere la qualificazione a un Mondiale per un episodio del genere. Vi ricordate il gol di Muntari in Milan-Juve? Un arbitro deve usare la macchina non in maniera oggettiva ma in maniera soggettiva: entra in campo tutta una serie di componenti psicologiche come il dualismo tra chi utilizza la tecnologia e l’arbitro in campo. Sono cose che vanno approfondite. Io ho vissuto il passaggio da un periodo all’impiego della tecnologia. Per 20 anni sono stato istruito a dover prendere una decisione, e anche di fronte al fatto di capire di aver commesso un errore. Dovevo andare dritto per non cadere nella tentazione della compensazione, per la correttezza della cosa. Oggi l’arbitro si trova a vivere qualcosa di differente perché un momento dopo il suo collega gli dice: “Vieni al Var. Guarda che secondo me hai sbagliato. E quell’errore comporta una penalizzazione e quell’errore su cosa incide? Sulla sua prestazione a breve termine e quindi sulla domenica successiva; e sulla sua prestazione a lungo termine a fine stagione dove lui può essere messo in discussione e quindi perde il lavoro. Quello che dico io, e che ho denunciato nel 2018, sono passati 5 anni: sì al Var, sì all’aspetto tecnico ma bisogna lavorare su meccanismi che sono antichi, retrogradi, rispetto all’evoluzione della tecnologia. Se tu alla Polizia gli dai il laser per prendere la velocità delle macchine, e la multa vale; e gli dici di guardare a occhio nudo, e la multa non vale. Se la utilizzi bene devi essere premiato, non penalizzato”.

Perché Gavillucci non arbitra più

Nel corso della trasmissione Ferrero ha anche chiesto a Gavillucci perché abbia smesso di arbitrare in A. Il fischietto di Latina ha rivelato: “La verità non la conosco ma nel libro ho messo a disposizione dei lettori, per farmi dare una mano, tutti gli elementi che avevo raccolto, e le incongruenze che c’erano state in quella stagione e anche in quelle precedenti, anche per il sistema di valutazione degli arbitri, che era poco trasparente. Gli arbitri non conoscevano le valutazioni, non conoscevano la posizione in classifica, non conoscevano quali erano i numeri delle persone che sarebbero state dismesse e promosse, fino all’ultima giornata. Proprio quel Sampdoria-Napoli era ancora una partita importante perché il Napoli lottava con la Juventus per lo scudetto. Sappiamo del gemellaggio del Napoli con il Genoa quindi l’astio che c’era tra i napoletani e i doriani, quindi era una partita delicata“. Poi spiega:

“C’era Rizzoli a visionarmi tanto che raddoppiai la domenica dopo, all’ultima di campionato avrei diretto una gara utile per la lotta nella salvezza, Udinese-Bologna. All’Udinese serviva il pareggio. Lei da presidente, sarebbe stato contento di essere diretto per una partita così delicata, se Pozzo avesse saputo che l’ultimo arbitro in graduatoria avesse diretto una sfida così difficile? Per una società di Serie A è più importante salvarsi, che vincere il campionato. Pozzo dell’Udinese sarebbe stato contento se avesse arbitrato uno degli ultimi arbitri in graduatoria? Io sono stato il quarto arbitro più utilizzato, a 38 anni, nel pieno della maturazione, con 50 gare in Serie A”.

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