Micaela Ramazzotti con la sua opera prima “Felicità” porta in concorso al Festival di Venezia nella sezione Orizzonti il tema della salute mentale. Il suo racconto in un incontro stampa insieme al cast.
“Felicità”, le parole di Micaela Ramazzotti a Venezia
Micaela Ramazzotti ha parlato così ai media del suo primo film dietro la macchina da presa:
“Mi piaceva l’idea di mettere a confronto il mondo intellettuale di un professore che abita a piazza Vittorio, con la sottocultura dei Mazzoni da Fiumicino non attrezzati a vivere. In tutti i personaggi che ho fatto ho voluto raccontare i nati storti, persone che non si guardano alle spalle e non riescono a vivere”.
Riguardo al tema di fondo del film, la salute mentale, la Ramazzotti ha affermato:
“Da sempre mi affascinano i percorsi di psicoterapia. L’infelicità rende stanchi e depressi, la felicità ti accende in poco e non la devi confondere con euforia. Spero che questo film posso coinvolgere nell’emancipazione lo spettatore, la malattia è vicina a noi e bisogna avere il coraggio di scappare”.
“Molti psichiatri ci hanno ospitato in strutture, il problema che abbiamo notato e l’egocentrismo dei genitori che si sentono protagonisti al posto dei figli”.
“Desirée si emancipa quando salva il fratello. Quando siamo depressi e stanchi iniziamo a guardare qualcun altro. Mi sono portata dietro i personaggi deboli perché ho un debole con loro. Sul treno però quel fratello lo ha messo lei è questo le da autostima. Me la immagino che ha ripreso a lavorare ed è in cura”.
“Quando abbiamo scritto questa storia abbiamo immaginato questi esseri umani, solo loro potevano interpretare questi personaggi dando alla loro mostruosità un’umanità. Nella nostra chat di Felicità c’erano sempre state le loro foto”.
Sergio Rubini e Max Tortora
Sergio Rubini, uno dei protagonisti del film, ha parlato così del suo personaggio:
“E’ un egoista e una persona di facciata. Io la lascio, ma alla fine trovo la felicità regalandola ad un’altra persona”.
Max tortura invece ha dichiarato:
“La scrittura è sempre la parte più importante ed i personaggi erano scritti benissimo. Su un buon tappeto non si inciampa, ho potuto tirare fuori tanti registri. La leggerezza è in realtà tenerezza”.